Goethe affermava che: nessuno è più schiavo di chi si ritiene libero senza esserlo.
Il CETA è un documento lungo 1598 pagine [PDF], che contiene centinaia di articoli.
http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2014/september/tradoc_152806.pdf
IL CETA, Comprehensiv Economic and Trade Agreement, una sigla diversa per chiamare di fatto lo stesso oggetto (vedi TTP o TISA); si tratta infatti di un trattato che prevede la creazione di un’area di libero scambio (anche qui, senza barriere tariffarie) tra il Canada e l’Unione Europea. Questi trattati sono un gioco a scatole cinesi quello che incastra i grandi trattati di libero commercio che sanciscono parte delle nuove alleanze mondiali.
Aumenterà complessivamente le entrate ma farà chiudere un numero imprevedibile di aziende, magari le più piccole, e perdere posti di lavoro. Un recente studio molto citato a sinistra e condotto da un dipartimento della Tufts University di Boston spiega ad esempio che il CETA potrebbe costare circa 200mila posti di lavoro solo in Europa.
Studio: http://www.ase.tufts.edu/gdae/policy_research/ceta_simulations.html
Sorrido amaramente perché la loro intenzione non è nutrire l’umanità, ma tenerla sotto scacco. Loro intenzione non è assicurare un’alimentazione buona e sana, bensì un’alimentazione omologata, omogeneizzata, inquinata da pesticidi sempre più pericolosi e da OGM (organismi geneticamente modificati) i cui effetti a lunga scadenza non sono nemmeno immaginabili. Questo trattato inoltre prevedere una liberalizzazione totale e sconsiderata, che già di per sé sarebbe bastevole a mettere definitivamente in ginocchio le nostre piccole/medie imprese, a spingerci alla privatizzazione (svendita) selvaggia, ad abbandonare e distruggere le nostre campagne (e molto, molto altro), prevede qualcosa di molto simile alla clausola ISDS. Questa clausola, ancora una volta protetta da un’apparentemente insignificante sigla, rappresenta un tribunale internazionale privato. Esso è composto da giudici quasi sempre contemporaneamente consulenti di multinazionali, dunque mossi da evidenti conflitti di interessi, giacché proprio le grandi società sono spesso e volentieri le principali parti in causa.
Per fare un esempio: immaginiamo che domani l’Italia ratifichi il CETA decida che, per il bene degli italiani, tutte le risorse idriche nazionali debbano essere gestite pubblicamente; niente di sbagliato, giusto? Il benessere di un popolo dovrebbe essere l’obbiettivo primario. Dovrebbe! Però se puntacaso sul nostro territorio agissero multinazionali nel business dell’acqua, queste sarebbero (poverine!) terribilmente colpite da un tale provvedimento; tutto ciò rappresenterebbe una “discriminazione” (usano questo termine!) nei loro confronti, che darebbe loro diritto ad appellarsi al tribunale (privato!) per chiedere risarcimenti miliardari al nostro Stato (!), con la certezza quasi matematica di vincere. Riuscite ad immaginare quali terribili precedenti potrebbero fornire sentenze che assecondano i desideri di multinazionali anziché il bene comune?
Anche in Canada molti si oppongo al CETA e lo fanno partendo da un’esperienza molto concreta: i danni causati dal Nafta, l’accordo di libero mercato tra Stati Uniti, Canda e Messico. L’esperienza dimostra come questi accordi ledano diritti, ambiente e democrazia. In più il CETA permetterà alle multinazionali americane, anche in assenza del TTIP di operare in Europa, tramite le filiali in Canada e lo stesso dicasi per le imprese del TPP.
Infatti gli Stati Uniti in tutto ciò non sarebbero esenti dal CETA, sebbene si tratti di un accordo fra l’Ue ed il Canada. Sul territorio europeo operano circa 47.000 società americane, di cui circa 41.000 possiedono una succursale in Canada. Con un banale stratagemma le multinazionali possono trasferire parte della proprietà in queste filiali, così da potersi appellare di diritto, alla bisogna, al tremendo tribunale privato descritto sopra.
Il CETA è un documento lungo 1598 pagine [PDF], che contiene centinaia di articoli.
http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2014/september/tradoc_152806.pdf
IL CETA, Comprehensiv Economic and Trade Agreement, una sigla diversa per chiamare di fatto lo stesso oggetto (vedi TTP o TISA); si tratta infatti di un trattato che prevede la creazione di un’area di libero scambio (anche qui, senza barriere tariffarie) tra il Canada e l’Unione Europea. Questi trattati sono un gioco a scatole cinesi quello che incastra i grandi trattati di libero commercio che sanciscono parte delle nuove alleanze mondiali.
Aumenterà complessivamente le entrate ma farà chiudere un numero imprevedibile di aziende, magari le più piccole, e perdere posti di lavoro. Un recente studio molto citato a sinistra e condotto da un dipartimento della Tufts University di Boston spiega ad esempio che il CETA potrebbe costare circa 200mila posti di lavoro solo in Europa.
Studio: http://www.ase.tufts.edu/gdae/policy_research/ceta_simulations.html
Sorrido amaramente perché la loro intenzione non è nutrire l’umanità, ma tenerla sotto scacco. Loro intenzione non è assicurare un’alimentazione buona e sana, bensì un’alimentazione omologata, omogeneizzata, inquinata da pesticidi sempre più pericolosi e da OGM (organismi geneticamente modificati) i cui effetti a lunga scadenza non sono nemmeno immaginabili. Questo trattato inoltre prevedere una liberalizzazione totale e sconsiderata, che già di per sé sarebbe bastevole a mettere definitivamente in ginocchio le nostre piccole/medie imprese, a spingerci alla privatizzazione (svendita) selvaggia, ad abbandonare e distruggere le nostre campagne (e molto, molto altro), prevede qualcosa di molto simile alla clausola ISDS. Questa clausola, ancora una volta protetta da un’apparentemente insignificante sigla, rappresenta un tribunale internazionale privato. Esso è composto da giudici quasi sempre contemporaneamente consulenti di multinazionali, dunque mossi da evidenti conflitti di interessi, giacché proprio le grandi società sono spesso e volentieri le principali parti in causa.
Per fare un esempio: immaginiamo che domani l’Italia ratifichi il CETA decida che, per il bene degli italiani, tutte le risorse idriche nazionali debbano essere gestite pubblicamente; niente di sbagliato, giusto? Il benessere di un popolo dovrebbe essere l’obbiettivo primario. Dovrebbe! Però se puntacaso sul nostro territorio agissero multinazionali nel business dell’acqua, queste sarebbero (poverine!) terribilmente colpite da un tale provvedimento; tutto ciò rappresenterebbe una “discriminazione” (usano questo termine!) nei loro confronti, che darebbe loro diritto ad appellarsi al tribunale (privato!) per chiedere risarcimenti miliardari al nostro Stato (!), con la certezza quasi matematica di vincere. Riuscite ad immaginare quali terribili precedenti potrebbero fornire sentenze che assecondano i desideri di multinazionali anziché il bene comune?
Infatti gli Stati Uniti in tutto ciò non sarebbero esenti dal CETA, sebbene si tratti di un accordo fra l’Ue ed il Canada. Sul territorio europeo operano circa 47.000 società americane, di cui circa 41.000 possiedono una succursale in Canada. Con un banale stratagemma le multinazionali possono trasferire parte della proprietà in queste filiali, così da potersi appellare di diritto, alla bisogna, al tremendo tribunale privato descritto sopra.
Per conferma che le loro intenzioni sono altre, leggiamo....
29/10/2016 La promessa delle OGM era duplice: rendendo le colture immuni agli effetti dei diserbanti e intrinsecamente resistenti a molti parassiti... Invece???
Un'analisi del Times ha mostrato che gli Stati Uniti e il Canada che usano gli OGM da 20 anni NON HANNO OTTENUTO ALCUN VANTAGGIO visibile nei rendimenti - cibo per acro - se misurati rispetto all'Europa occidentale. https://www.nytimes.com/2016/10/30/business/gmo-promise-falls-short.html
Forse a molti sarà sfuggito, ma leggiamo: Parte giovedì 21 settembre 2017 la fase di applicazione provvisoria del Ceta(Comprehensive Economic and Trade Agreement), accordo commerciale tra Unione europea e Canada. Per denunciare quali rischi questo trattato arrecherà agli standard europei Greenpeacee l’Institute for Agriculture and Trade Policy (Iatp) pubblicano tre briefing, evidenziando le principali preoccupazioni per il settore alimentare e l’agricoltura. Secondo l’organizzazione non governativa l’accordo Ue-Canada “mira a influenzare, con modalità senza precedenti, le politiche interne su entrambe le sponde dell’Atlantico”.
Tratto da: https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/09/21/ceta-parte-applicazione-provvisoria-del-trattato-ue-canada-greenpeace-a-rischio-politiche-agricole-e-alimentari/
Avete letto bene? L'accordo non è stato ratificato ma entra in vigore provvisoriamente ugualmente, i signori della Tecnocrazia hanno deciso.Tutto il resto sarà solo un fastidioso intralcio o, per citare Mario Monti, un inopportuno «eccesso di democrazia». Vi consiglio di leggere; Il think tank voluto da Rockefeller la cui prima pubblicazione era uno studio, Crisis Of Democracy, nel quale si sosteneva che le uniche democrazie che funzionavano erano quelle dove il popolo restava ai margini del dibattito pubblico. Letteralmente, i cittadini dovevano restare in apnea.
http://trilateral.org/download/doc/crisis_of_democracy.pdf
Si direbbe che ci sono riusciti.Tutte le lotte rivoluzionarie sono state invane, tutto ciò che l'umanità aveva ottenuto viene richiesto compreso gli interessi. Questo grazie alla smodata liberalizzazione e globalizzazione senza tener conto del sociale.
26 marzo 2018
Ceta, al via tavolo “segreto” Ue-Canada: in gioco limiti pesticidi e sicurezza alimentare
https://ilsalvagente.it/2018/03/26/ceta-al-via-tavolo-segreto-ue-canada-in-gioco-limiti-pesticidi-e-sicurezza-alimentare/
E ci sarà ben un motivo perché tali trattative non vengano condotte alla luce del sole, ma siano avvolte nel più assoluto segreto. E tale motivo non può essere che uno ed uno solo: evitare la sollevazione di tutti i settori produttivi e mercantili dei paesi europei "agroalimentare in testa" insieme alle coscienze dei popoli i cui interessi saranno sacrificati sull’altare del profitto di pochi sulla pelle di tanti.
Signori bisogna prenderne atto la politica è finita, i partiti si riducano a missionari antisociali della classe finanziaria e la partecipazione popolare alle decisioni rilevanti diviene impossibile, il principio di eguaglianza rimane un ricordo, mentre reddito e ricchezza sono oggetto di una redistribuzione inversa, cioè concentrante per un l’élite Politica-Finanziara, che, accresce il proprio potere d’acquisto sottraendolo al resto del paese e all’economia reale. I meccanismi decisionali di questa Unione Monetaria sono opachi, in cui il processo di integrazione viene portato avanti da un’élite transnazionale, vero potere dominante dell’Europa e non solo, tramite un processo caratterizzato da un persistente « deficit democratico », che li ha portati ad ignorare o ad aggirare la volontà dei popoli, ogni volta che si è opposta ai loro disegni.
La UE non è disponibile a qualsiasi cambiamento vero, queste notizie confermano la sua natura. La UE come tutte le tirannie può solo CROLLARE, non cambiare.
Articoli correlati:
Nessun commento:
Posta un commento