In Italia, il movimento cittadino Corvelva si è affidato ad alcuni scienziati per far analizzare la qualità dei vaccini testando i differenti prodotti presenti sul mercato. Intendevano verificare la presenza di agenti inquinanti e contaminanti, ed i primi risultati sono stati a dir poco stupefacenti.
Il progetto di analisi sui vaccini è nato a seguito dei lavori della commissione di inchiesta parlamentare “Uranium”. Molti i ricercatori che hanno partecipato a questa commissione, il cui obiettivo era di indagare sulla ragione di un numero elevato di decessi e malattie gravi, principalmente tumori, diagnosticati a militari che erano stati esposti all'uranio durante alcune missioni all'estero.
Un capitolo imbarazzante
Inizialmente le ricerche avevano portato l’attenzione sul ruolo dell’ uranio impoverito utilizzato in certe armi da guerra. Ma durante le ricerche, ci si era subito accorti che numerosi casi concernevano militari che non avevano lasciato il suolo italiano o non erano stati implicati in operazioni sul campo. Costoro erano però stati preparati a partire e sottoposti dunque, a numerosi vaccini e richiami di vaccini. Un'indagine approfondita su questi casi aveva portato alla redazione di un capitolo sulla sicurezza dei vaccini somministrati ai militari e contenuti nel famoso rapporto della commissione “Uranium”.
Inizialmente le ricerche avevano portato l’attenzione sul ruolo dell’ uranio impoverito utilizzato in certe armi da guerra. Ma durante le ricerche, ci si era subito accorti che numerosi casi concernevano militari che non avevano lasciato il suolo italiano o non erano stati implicati in operazioni sul campo. Costoro erano però stati preparati a partire e sottoposti dunque, a numerosi vaccini e richiami di vaccini. Un'indagine approfondita su questi casi aveva portato alla redazione di un capitolo sulla sicurezza dei vaccini somministrati ai militari e contenuti nel famoso rapporto della commissione “Uranium”.
Lacune impensabili
Pubblicati dopo 14 anni dalla ricerca, i risultati sconvolgenti di quest’ultima sono stati consegnati al Parlamento Italiano nel febbraio 2018, alla vigilia delle elezioni italiane. Nel capitolo dedicato alla vaccinazione, i membri della commissione avevano posto l’attenzione sui numerosi problemi riscontrati ed hanno fatto delle raccomandazioni. In primo luogo, avevano rilevato problemi per la somministrazione dei vaccini combinati, per esempio quella di un vaccino penta o esavalente (contro 5 o 6 malattie), e quelle di più iniezioni eseguite durante una singola visita. I calendari vaccinali raccomandano, a volte, alcune vaccinazioni concomitanti, tanto nel caso di uno schema normale, che per i richiami o per la preparazione di viaggi. (Per esempio, nei bambini, il vaccino contro gli pneumococchi (Prevenar 13) deve essere somministrato nello stesso tempo delle esavalenti (Infanrix o Hexyon), sebbene le raccomandazioni sul Prevenar 13 segnalino un aumento degli effetti secondari, come febbre elevata e convulsioni, qualora questi vaccini siano combinati.) Gli esperti si stupirono delle lacune nella letteratura scientifica a proposito dei vaccini multipli e conclusero che sarebbe stato meglio non vaccinare più di 5 malattie nello stesso tempo.
Gli stessi esperti che si sono dedicati a questi studi hanno ritenuto necessario lo studio della composizione dei vaccini e della comparsa degli effetti secondari gravi sul sistema immunitario, per esempio l'accumulo di sostanze tossiche legate ai conservanti ed adiuvanti presenti nei vaccini. Si sono poi interrogati sulla qualità e la conformità dei prodotti iniettati, soprattutto sulla presenza di eventuali sostanze contaminanti.
Pubblicati dopo 14 anni dalla ricerca, i risultati sconvolgenti di quest’ultima sono stati consegnati al Parlamento Italiano nel febbraio 2018, alla vigilia delle elezioni italiane. Nel capitolo dedicato alla vaccinazione, i membri della commissione avevano posto l’attenzione sui numerosi problemi riscontrati ed hanno fatto delle raccomandazioni. In primo luogo, avevano rilevato problemi per la somministrazione dei vaccini combinati, per esempio quella di un vaccino penta o esavalente (contro 5 o 6 malattie), e quelle di più iniezioni eseguite durante una singola visita. I calendari vaccinali raccomandano, a volte, alcune vaccinazioni concomitanti, tanto nel caso di uno schema normale, che per i richiami o per la preparazione di viaggi. (Per esempio, nei bambini, il vaccino contro gli pneumococchi (Prevenar 13) deve essere somministrato nello stesso tempo delle esavalenti (Infanrix o Hexyon), sebbene le raccomandazioni sul Prevenar 13 segnalino un aumento degli effetti secondari, come febbre elevata e convulsioni, qualora questi vaccini siano combinati.) Gli esperti si stupirono delle lacune nella letteratura scientifica a proposito dei vaccini multipli e conclusero che sarebbe stato meglio non vaccinare più di 5 malattie nello stesso tempo.
Gli stessi esperti che si sono dedicati a questi studi hanno ritenuto necessario lo studio della composizione dei vaccini e della comparsa degli effetti secondari gravi sul sistema immunitario, per esempio l'accumulo di sostanze tossiche legate ai conservanti ed adiuvanti presenti nei vaccini. Si sono poi interrogati sulla qualità e la conformità dei prodotti iniettati, soprattutto sulla presenza di eventuali sostanze contaminanti.
Prima tipologia di inquinamento: le nano-particelle
Nel 2006, la ricercatrice Antonietta Gatti, responsabile del laboratorio dei biomateriali del dipartimento delle neuroscienze all’Università di Modena, era stata incaricata dalla commissione di ricerca di esaminare il problema dell’Uranio impoverito, che avrebbe infettato i militari durante i conflitti armati. Gatti aveva identificato il ruolo che le nano-particelle potevano avere nelle differenti patologie organiche e messo in evidenza il fatto che il problema non era unicamente dovuto alle proprietà tossiche degli elementi analizzati (come l’uranio). Il problema risiedeva soprattutto nel fatto che alcune delle particelle solide di taglia nanometrica potevano penetrare all’interno del nucleo cellulare e infettare qualsiasi tessuto o organo. L’esistenza di queste nano-particelle, principalmente sotto forma di inquinamento aereo, aveva attirato l’attenzione della comunità scientifica e la professoressa Gatti aveva diretto due progetti di ricerca su questo argomento nel quadro dei programmi dell’Unione Europea.
Nel 2006, la ricercatrice Antonietta Gatti, responsabile del laboratorio dei biomateriali del dipartimento delle neuroscienze all’Università di Modena, era stata incaricata dalla commissione di ricerca di esaminare il problema dell’Uranio impoverito, che avrebbe infettato i militari durante i conflitti armati. Gatti aveva identificato il ruolo che le nano-particelle potevano avere nelle differenti patologie organiche e messo in evidenza il fatto che il problema non era unicamente dovuto alle proprietà tossiche degli elementi analizzati (come l’uranio). Il problema risiedeva soprattutto nel fatto che alcune delle particelle solide di taglia nanometrica potevano penetrare all’interno del nucleo cellulare e infettare qualsiasi tessuto o organo. L’esistenza di queste nano-particelle, principalmente sotto forma di inquinamento aereo, aveva attirato l’attenzione della comunità scientifica e la professoressa Gatti aveva diretto due progetti di ricerca su questo argomento nel quadro dei programmi dell’Unione Europea.
Qualche anno più tardi, Antonietta Gatti e suo marito e collaboratore Stefano Montanari furono invitati a dedicarsi allo studio della presenza di nano-particelle nei vaccini,, la richiesta arrivò da alcuni ricercatori tedeschi che studiavano la formazione di granulomi (mini cisti) in corrispondenza del punto di iniezione degli stessi vaccini. Con loro grande stupore, la quasi totalità dei campioni analizzati erano inquinati da un numero elevatissimo di nano-particelle, nonostante si trattasse di prodotti preparati dalle più importanti case farmaceutiche. Alla fine, un solo vaccino fu considerato come pulito. Si trattava di un vaccino per i gatti, prodotto da un piccolo laboratorio, meno importante degli altri!
Uno studio che semina scompiglio
La pubblicazione di questi risultati nella rivista Vaccine nel gennaio 2017 attirò l’attenzione del pubblico e segnò l’inizio dei problemi per i due ricercatori. Diverse associazioni operanti per la libera scelta vaccinale, in Italia e all’estero, ebbero una larga eco e la professoressa Gatti e il professor Montanari furono invitati a numerosi dibattiti sulla sicurezza dei vaccini. Questo è costato loro sia rappresaglie immediate, sotto forma di pressioni, che minacce anonime e attacchi personali. Un tempo rispettati per il loro rigore scientifico, i due professori sono stati poi oggetto di un’intensa campagna di screditamento, fino a perdere l’accesso al microscopio elettronico, di cui hanno assolutamente bisogno per effettuare le loro ricerche.
La pubblicazione di questi risultati nella rivista Vaccine nel gennaio 2017 attirò l’attenzione del pubblico e segnò l’inizio dei problemi per i due ricercatori. Diverse associazioni operanti per la libera scelta vaccinale, in Italia e all’estero, ebbero una larga eco e la professoressa Gatti e il professor Montanari furono invitati a numerosi dibattiti sulla sicurezza dei vaccini. Questo è costato loro sia rappresaglie immediate, sotto forma di pressioni, che minacce anonime e attacchi personali. Un tempo rispettati per il loro rigore scientifico, i due professori sono stati poi oggetto di un’intensa campagna di screditamento, fino a perdere l’accesso al microscopio elettronico, di cui hanno assolutamente bisogno per effettuare le loro ricerche.
In seguito, la questione delle nano-particelle fu ripresa dalla commissione d’inchiesta sulla sicurezza dei vaccini somministrati ai militari, aggiungendo un ennesimo problema a quelli già sollevati. Questo argomento fu oggetto di grandi tensioni tra i membri che compongono la commissione e soprattutto all’interno dei loro rispettivi partiti. Tuttavia, nonostante i tentativi del Ministro Lorenzin e del suo partito nel censurare queste informazioni, l’articolo fu pubblicato nella sua integrità.
Contaminazioni biologiche multiple
È dunque in questo contesto che ha prevalso l’idea di effettuare controlli complementari, suppletivi ed indipendenti, sulla qualità dei vaccini grazie ad alcuni membri che avevano partecipato ai lavori della commissione. Vincenzo D’Anna, parlamentare di lungo corso e presidente dell' Ordine nazionale dei Biologi, sosteneva che, da un punto di vista sia etico che scientifico, bisognasse chiedersi se la ricerca di eventuali lotti difettosi dovesse essere intrapresa o se, al contrario, si potesse escludere. La collaborazione con l’associazione Corvelva, che aveva già partecipato alla diffusione del rapporto della commissione “Uranium”, aveva finalmente permesso l’avvio di questo approfondimento della ricerca.
È dunque in questo contesto che ha prevalso l’idea di effettuare controlli complementari, suppletivi ed indipendenti, sulla qualità dei vaccini grazie ad alcuni membri che avevano partecipato ai lavori della commissione. Vincenzo D’Anna, parlamentare di lungo corso e presidente dell' Ordine nazionale dei Biologi, sosteneva che, da un punto di vista sia etico che scientifico, bisognasse chiedersi se la ricerca di eventuali lotti difettosi dovesse essere intrapresa o se, al contrario, si potesse escludere. La collaborazione con l’associazione Corvelva, che aveva già partecipato alla diffusione del rapporto della commissione “Uranium”, aveva finalmente permesso l’avvio di questo approfondimento della ricerca.
Molti mesi sono stati necessari per mettere in atto il protocollo e la metodologia, raccogliere i fondi, più di 50.000€, trovare i laboratori associati e finalmente procedere con le analisi. I primi risultati hanno confermato l’utilità dell’iniziativa. Nel rapporto consegnato alle autorità da Corvelva, 7 i lotti di differenti vaccini che sono stati sottomessi a un primo test, a cominciare dai vaccini pediatrici. Due lotti hanno fornito dati concordanti con quanto ci si aspettava ed era stato annunciato dalle note dei produttori degli stessi vaccini, ma 5 non sembravano conformi ed hanno portato ad analisi più approfondite sulle loro componenti chimiche e biologiche (metagenomica), rilevando una serie di anomalie gravi.
Una parte della ricerca si è dunque concentrata sulla presenza nei vaccini di DNA e di RNA di origine umana, animale o microbiologica utilizzando un metodo di sequenziamento chiamato Next Generation Sequencing, reputato una delle tecniche più performanti sul mercato. Si riporta qualche risultato.
Una parte della ricerca si è dunque concentrata sulla presenza nei vaccini di DNA e di RNA di origine umana, animale o microbiologica utilizzando un metodo di sequenziamento chiamato Next Generation Sequencing, reputato una delle tecniche più performanti sul mercato. Si riporta qualche risultato.
Il Gardasil
Nel vaccino contro il virus papilloma umano Gardasil 9, si sono trovate tracce di DNA umano che si suppone provengano dai tessuti dei soggetti dai quali è stato prelevato il virus, quindi di DNA appartenente a topi, di cui si ignora evidentemente l’origine.
Si sono anche identificati i materiali genetici provenienti da virus avventizi, in particolare un frammento L1 del papilloma virus, che potrebbe costituire un rischio dal momento che, non essendo stato reso completamente innocuo, potrebbe interagire con il DNA della persona vaccinata. Si sono trovati anche dei geni del virus del molluscum contagiosum, che è imparentato con la famiglia del vaiolo, e del virus della leucemia dei topi, e dei retrovirus endogeni umani K o HERV-K. È senza dubbio quest’ultimo che potrebbe essere il più problematico, perché è associato a certi tipi di tumori (tumore alle ovaie, della prostata o dei testicoli, tumore del seno, melanoma maligno o sarcoma di Kaposi).
Il problema è che se un frammento del DNA e/o di un virus, che si attivano attraverso quelli di cui si sono trovate anche le sequenze RNA, entrano in interazione con l’alluminio contenuto nei vaccini, c’è il rischio di infiammazione, di reazione autoimmune e di formazione di tumori.
Sapendo che il vaccino Gardasil è sospettato di accelerare il tumore del collo dell’utero piuttosto che di prevenirlo, queste contestazioni dovrebbero condurre alla più grande prudenza e all’esecuzione immediata di ulteriori accurati controlli e di nuove ricerche.
Nel vaccino contro il virus papilloma umano Gardasil 9, si sono trovate tracce di DNA umano che si suppone provengano dai tessuti dei soggetti dai quali è stato prelevato il virus, quindi di DNA appartenente a topi, di cui si ignora evidentemente l’origine.
Si sono anche identificati i materiali genetici provenienti da virus avventizi, in particolare un frammento L1 del papilloma virus, che potrebbe costituire un rischio dal momento che, non essendo stato reso completamente innocuo, potrebbe interagire con il DNA della persona vaccinata. Si sono trovati anche dei geni del virus del molluscum contagiosum, che è imparentato con la famiglia del vaiolo, e del virus della leucemia dei topi, e dei retrovirus endogeni umani K o HERV-K. È senza dubbio quest’ultimo che potrebbe essere il più problematico, perché è associato a certi tipi di tumori (tumore alle ovaie, della prostata o dei testicoli, tumore del seno, melanoma maligno o sarcoma di Kaposi).
Il problema è che se un frammento del DNA e/o di un virus, che si attivano attraverso quelli di cui si sono trovate anche le sequenze RNA, entrano in interazione con l’alluminio contenuto nei vaccini, c’è il rischio di infiammazione, di reazione autoimmune e di formazione di tumori.
Sapendo che il vaccino Gardasil è sospettato di accelerare il tumore del collo dell’utero piuttosto che di prevenirlo, queste contestazioni dovrebbero condurre alla più grande prudenza e all’esecuzione immediata di ulteriori accurati controlli e di nuove ricerche.
Hexyon
Anche l’analisi del vaccino Hexyon, l’esavalente contro la polio, la difterite, il tetano, la pertosse, l'epatite B e l'Haemophilus influenzae B, preparata da Sanofi Pasteur, rivela importanti contaminazioni. Vi si è trovato un’importante quantità di DNA batterico, ma anche la presenza di DNA e RNA del virus della scimmia Cercopithecus, fatto che dimostra che questi virus sopravvivono. Questi virus provengono dalla cultura delle cellule Vero derivanti dai reni della scimmia. Nel passato, un virus della scimmia, l'SV40, ha contaminato milioni di persone attraverso il vaccino della polio e si sospetta che abbia giocato un ruolo nella propagazione dell'AIDS e di alcuni tipi di tumori. Sebbene la loro presenza è quasi inevitabile nella cultura cellulare, il principio di precauzione esige chiaramente di sbarazzarsene nel prodotto finale.
Anche l’analisi del vaccino Hexyon, l’esavalente contro la polio, la difterite, il tetano, la pertosse, l'epatite B e l'Haemophilus influenzae B, preparata da Sanofi Pasteur, rivela importanti contaminazioni. Vi si è trovato un’importante quantità di DNA batterico, ma anche la presenza di DNA e RNA del virus della scimmia Cercopithecus, fatto che dimostra che questi virus sopravvivono. Questi virus provengono dalla cultura delle cellule Vero derivanti dai reni della scimmia. Nel passato, un virus della scimmia, l'SV40, ha contaminato milioni di persone attraverso il vaccino della polio e si sospetta che abbia giocato un ruolo nella propagazione dell'AIDS e di alcuni tipi di tumori. Sebbene la loro presenza è quasi inevitabile nella cultura cellulare, il principio di precauzione esige chiaramente di sbarazzarsene nel prodotto finale.
Priorix
Infine, un altro esempio di contaminazione inquietante ci è fornito dal vaccino Priorix-Tetra (prodotto da GSK), vaccino contro il morbillo, gli orecchioni, la rosolia e la varicella. Le analisi hanno dimostrato che contiene una quantità di DNA umano quasi di 2 microgrammi, ossia 140 volte più che la norma massimale autorizza. Questo DNA di tipo MRC-5 corrisponde a una porzione intera di genoma di cellule fetali utilizzate per la cultura del virus vaccinale (in questo caso una linea sviluppata nel 1966 a partire dal tessuto polmonare di un feto abortito). Ora, secondo Corvelva, nei documenti forniti dall’Agenzia Europea del farmaco, le norme vigenti sulla quantità di DNA fetale autorizzata nei vaccini sono unicamente stabilite a partire da presupposti teorici e non in funzione di criteri sperimentali. Peraltro, solo le preparazioni iniziali sono testate e non i prodotti finiti, così che in realtà la valutazione del vero rischio di mutazione genica dovuta alla presenza del DNA umano nel vaccino rimane abbastanza incerta ed arbitraria.
Infine, un altro esempio di contaminazione inquietante ci è fornito dal vaccino Priorix-Tetra (prodotto da GSK), vaccino contro il morbillo, gli orecchioni, la rosolia e la varicella. Le analisi hanno dimostrato che contiene una quantità di DNA umano quasi di 2 microgrammi, ossia 140 volte più che la norma massimale autorizza. Questo DNA di tipo MRC-5 corrisponde a una porzione intera di genoma di cellule fetali utilizzate per la cultura del virus vaccinale (in questo caso una linea sviluppata nel 1966 a partire dal tessuto polmonare di un feto abortito). Ora, secondo Corvelva, nei documenti forniti dall’Agenzia Europea del farmaco, le norme vigenti sulla quantità di DNA fetale autorizzata nei vaccini sono unicamente stabilite a partire da presupposti teorici e non in funzione di criteri sperimentali. Peraltro, solo le preparazioni iniziali sono testate e non i prodotti finiti, così che in realtà la valutazione del vero rischio di mutazione genica dovuta alla presenza del DNA umano nel vaccino rimane abbastanza incerta ed arbitraria.
Elementi chimici tossici
Anche Corvelva ha fatto analizzare le tracce chimiche contenute nei vaccini. Sono state ritrovate tracce di dozzine di inquinanti nella maggior parte dei lotti: erbicidi tra cui glifosato e pesticidi, tracce di medicinali e altre sostanze che provengono, verosimilmente, da residui provenienti da altre linee di produzione. In media erano presenti più di 100 tracce nei Priorix-Tetra, più di 200 nell'Exeyon, più di 300 nel Gardasil.
Per il momento è stato possibile identificarne solo una parte. Si tratta, per esempio, di residui di farmaci come l’amoxicillina (antibiotico), la tasmulosina (diuretico), il sildénafil (Viagra), il Gabapentin (antiepilettico) o l'atovaquone (antimalaria), ma si pensa di aver trovato anche tracce di Morfamquat (un erbicida), del glifosato (un noto erbicida) o del Cyflumetofen (un antiacaro), per citarne solo alcuni.
Sebbene si tratti di piccole quantità, il fatto che queste sostanze vengano iniettate e non ingerite o inalate, ed in particolare il fatto che siano associate ad adiuvanti come l'alluminio, il cui scopo è di provocare la reazione infiammatoria nel corpo, può rappresentare un rischio, specialmente per le persone che consumano i farmaci rilevati.
Anche Corvelva ha fatto analizzare le tracce chimiche contenute nei vaccini. Sono state ritrovate tracce di dozzine di inquinanti nella maggior parte dei lotti: erbicidi tra cui glifosato e pesticidi, tracce di medicinali e altre sostanze che provengono, verosimilmente, da residui provenienti da altre linee di produzione. In media erano presenti più di 100 tracce nei Priorix-Tetra, più di 200 nell'Exeyon, più di 300 nel Gardasil.
Per il momento è stato possibile identificarne solo una parte. Si tratta, per esempio, di residui di farmaci come l’amoxicillina (antibiotico), la tasmulosina (diuretico), il sildénafil (Viagra), il Gabapentin (antiepilettico) o l'atovaquone (antimalaria), ma si pensa di aver trovato anche tracce di Morfamquat (un erbicida), del glifosato (un noto erbicida) o del Cyflumetofen (un antiacaro), per citarne solo alcuni.
Sebbene si tratti di piccole quantità, il fatto che queste sostanze vengano iniettate e non ingerite o inalate, ed in particolare il fatto che siano associate ad adiuvanti come l'alluminio, il cui scopo è di provocare la reazione infiammatoria nel corpo, può rappresentare un rischio, specialmente per le persone che consumano i farmaci rilevati.
Antigeni assenti!
La vera sorpresa di queste analisi, lo shock che nessuno si aspettava, è l’assenza di antigeni in molti vaccini. Questo risultato è talmente sorprendente che i campioni presi in analisi sono stati testati anche a più riprese.
Gli antigeni, generalmente delle proteine o dei polisaccaridi, sono le sostanze del vaccino che corrispondono alle malattie (polio, rosolia eccetera) contro le quali il corpo dovrebbe immunizzarsi generando gli anticorpi.
Infatti, nel Gardasil 9 sono stati identificati solo 7 antigeni, invece di 9. I tipi di papilloma virus 11 e 58 non sono stati trovati. Nel vaccino Priorix-Tetra, è il virus della rosolia che manca, sarebbe a dire che la sua presenza è infinitesimale in rapporto alla quantità considerata come necessaria per indurre una reazione immunitaria sufficiente. Ancora più inquietanti sono i risultati del vaccino esavalente Hexyon. Sono state trovate le proteine della difterite, del tetano e della pertosse, ma non c'era alcuna traccia di 3 antigeni della polio, né dell'epatite B o della meningite (Haemophilus influenzae B). Infine, è il vaccino Infanrix hexa che sorprende più di tutti, poiché nessun antigene è stato trovato, né con gli strumenti standard né con la Deep Sequencing, che attualmente risulta il metodo di analisi il più sensibile.
La vera sorpresa di queste analisi, lo shock che nessuno si aspettava, è l’assenza di antigeni in molti vaccini. Questo risultato è talmente sorprendente che i campioni presi in analisi sono stati testati anche a più riprese.
Gli antigeni, generalmente delle proteine o dei polisaccaridi, sono le sostanze del vaccino che corrispondono alle malattie (polio, rosolia eccetera) contro le quali il corpo dovrebbe immunizzarsi generando gli anticorpi.
Infatti, nel Gardasil 9 sono stati identificati solo 7 antigeni, invece di 9. I tipi di papilloma virus 11 e 58 non sono stati trovati. Nel vaccino Priorix-Tetra, è il virus della rosolia che manca, sarebbe a dire che la sua presenza è infinitesimale in rapporto alla quantità considerata come necessaria per indurre una reazione immunitaria sufficiente. Ancora più inquietanti sono i risultati del vaccino esavalente Hexyon. Sono state trovate le proteine della difterite, del tetano e della pertosse, ma non c'era alcuna traccia di 3 antigeni della polio, né dell'epatite B o della meningite (Haemophilus influenzae B). Infine, è il vaccino Infanrix hexa che sorprende più di tutti, poiché nessun antigene è stato trovato, né con gli strumenti standard né con la Deep Sequencing, che attualmente risulta il metodo di analisi il più sensibile.
Macromolecola recalcitrante
Se nel vaccino Infanrix hexa non sono state trovate tracce di proteine antigene, si è invece scoperta una macromolecola insolubile composta di proteine. Intervistato dal quotidiano Il Tempo su questa curiosa scoperta, il biologo Vincenzo D'Anna ha precisato: “ È possibile che questa macromolecola composta dalle proteine antigene si sarebbe modificata sotto l’azione della formaldeide che si utilizza generalmente come conservante. In ogni caso, questa macromolecola non reagisce alla tripsina, quando questa dovrebbe decomporsi sotto la sua azione. Normalmente, in questo vaccino, si dovrebbero trovare quattro proteine distinte e queste dovrebbero disgregarsi quando sottoposte ad un trattamento con la tripsina, un enzima che permette normalmente di “digerire” e decomporre le proteine. Chiaramente questo significa che è presente un’altra sostanza che esercita un effetto agglomerante e che conserva queste proteine. La questione da indagare è sapere in quale misura queste proteine possano ancora essere identificate. Non siamo certamente noi a dover spiegare questo fenomeno, né di estrapolarne le conseguenze, ma è indispensabile farlo. Noi abbiamo trasmesso questi risultati alle Agenzie italiana ed Europea del farmaco, proprio per vedere se queste hanno una spiegazione da fornirci”.
Se nel vaccino Infanrix hexa non sono state trovate tracce di proteine antigene, si è invece scoperta una macromolecola insolubile composta di proteine. Intervistato dal quotidiano Il Tempo su questa curiosa scoperta, il biologo Vincenzo D'Anna ha precisato: “ È possibile che questa macromolecola composta dalle proteine antigene si sarebbe modificata sotto l’azione della formaldeide che si utilizza generalmente come conservante. In ogni caso, questa macromolecola non reagisce alla tripsina, quando questa dovrebbe decomporsi sotto la sua azione. Normalmente, in questo vaccino, si dovrebbero trovare quattro proteine distinte e queste dovrebbero disgregarsi quando sottoposte ad un trattamento con la tripsina, un enzima che permette normalmente di “digerire” e decomporre le proteine. Chiaramente questo significa che è presente un’altra sostanza che esercita un effetto agglomerante e che conserva queste proteine. La questione da indagare è sapere in quale misura queste proteine possano ancora essere identificate. Non siamo certamente noi a dover spiegare questo fenomeno, né di estrapolarne le conseguenze, ma è indispensabile farlo. Noi abbiamo trasmesso questi risultati alle Agenzie italiana ed Europea del farmaco, proprio per vedere se queste hanno una spiegazione da fornirci”.
Proseguire le indagini
È difficile speculare su questa macromolecola recalcitrante, ma per contro è evidente che l’assenza di due antigeni nel vaccino Gardasil, di tre altri antigeni nel vaccino Hexyon e di quello della rosolia nel vaccino Priorix-Tetra è preoccupante. Come possono le persone che hanno ricevuto questi vaccini essere immunizzate contro queste malattie? Un numero così elevato di anomalie per un numero così ridotto di campioni analizzati da Corvelva! Giunti a questo punto, sarebbe dunque urgente procedere a dei controlli su un maggior numero di vaccini. Questo lavoro deve essere realizzato dalle autorità della sanità e Corvelva si è messa in moto per sensibilizzarle. L’associazione ha interpellato all’AIFA (Agenzia italiana del farmaco), l’Istituto Superiore della Sanità ed il ministro responsabile Giulia Grillo. Alla fine della prima serie di analisi, i risultati sono stati trasmessi al Procuratore Generale della Repubblica e al servizio della tutela dell’ispettorato sanitario della polizia nazionale. Hanno interessato anche l’Agenzia Europea del farmaco. Nell’attesa, le analisi sono in corso di pubblicazione nelle riviste scientifiche e sono state inviate ad alcuni ricercatori indipendenti di numerosi paesi.
Comunicare
Il 24 gennaio, Corvelva ha anche organizzato una presentazione ufficiale nella sala stampa della Camera dei Deputati. Nell’introduzione, l’associazione ha proiettato un estratto di un corso sulla sicurezza dei vaccini registrata presso l'Istituto Pasteur, nel quale si sottolineava l’importanza e la difficoltà di evitare contaminazioni nel momento della produzione di vaccini e dove si citavano molteplici incidenti di questo tipo accaduti nella storia delle vaccinazioni.
L’indomani, i risultati sono stati discussi pubblicamente durante la conferenza “Vaccinare in sicurezza” organizzata dall’Ordine Nazionale dei Biologi associati, in presenza di esperti di fama internazionale che hanno sottolineato l’importanza di continuare queste indagini.
L’indomani, i risultati sono stati discussi pubblicamente durante la conferenza “Vaccinare in sicurezza” organizzata dall’Ordine Nazionale dei Biologi associati, in presenza di esperti di fama internazionale che hanno sottolineato l’importanza di continuare queste indagini.
Negazione
Ma il Ministro della Salute, accusata di tradimento dai suoi elettori, ha preso le distanze da quanto discusso nella conferenza dei Biologi, rifiutandosi di rilasciare dichiarazioni ufficiali. In un video amatoriale, ha tuttavia risposto ad una madre preoccupata: "l'Agenzia del farmaco [aveva] smontato tutti i punti avvalorati dai risultati delle analisi", aggiungendo: "Non immaginerete, certo, che l'Agenzia aprirebbe il mercato a prodotti non testati”.
Stiamo quindi aspettando i documenti dell'Agenzia, perché per il momento questa si è limitata a rispondere per iscritto solo ad un punto specifico, quello della sicurezza del vaccino Priorix-Tetra, per il quale ha rimandato la responsabilità... alla Germania, in virtù di passati accordi tra le varie Agenzie sanitarie europee. Tuttavia una senatrice dello stesso partito (Movimento cinque stelle), ha avuto il coraggio di rilanciare il dibattito. Virginia La Mura ha infatti inviato un’e-mail ufficiale al Presidente della commissione sanità ed affari sociali del Senato per riprendere in mano il caso sulla sicurezza dei vaccini, spiegando che sarebbe necessario aprire un vero e proprio dibattito scientifico, al di fuori delle posizioni ideologiche. Virginia La Mura ha anche attirato l’attenzione del Senato sulla “lettera aperta da parte delle associazioni internazionali verso l’organizzazione Mondiale della sanità a proposito della sicurezza dei vaccini” firmata da più di 130 associazioni appartenenti a 3 continenti, di cui una quindicina in Francia.
Ma il Ministro della Salute, accusata di tradimento dai suoi elettori, ha preso le distanze da quanto discusso nella conferenza dei Biologi, rifiutandosi di rilasciare dichiarazioni ufficiali. In un video amatoriale, ha tuttavia risposto ad una madre preoccupata: "l'Agenzia del farmaco [aveva] smontato tutti i punti avvalorati dai risultati delle analisi", aggiungendo: "Non immaginerete, certo, che l'Agenzia aprirebbe il mercato a prodotti non testati”.
Stiamo quindi aspettando i documenti dell'Agenzia, perché per il momento questa si è limitata a rispondere per iscritto solo ad un punto specifico, quello della sicurezza del vaccino Priorix-Tetra, per il quale ha rimandato la responsabilità... alla Germania, in virtù di passati accordi tra le varie Agenzie sanitarie europee. Tuttavia una senatrice dello stesso partito (Movimento cinque stelle), ha avuto il coraggio di rilanciare il dibattito. Virginia La Mura ha infatti inviato un’e-mail ufficiale al Presidente della commissione sanità ed affari sociali del Senato per riprendere in mano il caso sulla sicurezza dei vaccini, spiegando che sarebbe necessario aprire un vero e proprio dibattito scientifico, al di fuori delle posizioni ideologiche. Virginia La Mura ha anche attirato l’attenzione del Senato sulla “lettera aperta da parte delle associazioni internazionali verso l’organizzazione Mondiale della sanità a proposito della sicurezza dei vaccini” firmata da più di 130 associazioni appartenenti a 3 continenti, di cui una quindicina in Francia.
La saga degli obblighi vaccinali in Italia
Nel settembre 2014, alla fine della riunione del Global Health Security Agenda a Washington, l’Italia e la sua ministra della Salute Beatrice Lorenzin sono stati designati quali Pionieri nell’attuazione del programma di estensione della vaccinazione su scala mondiale.
Notizie false e grandi affari
Tornato in Italia, il ministro ha lanciato le campagne per "combattere la disinformazione sui social network" e “la grande minaccia del ritorno del morbillo”. L'anno seguente, uno dei giganti dell'industria farmaceutica globale, GlaxoSmithKline (GSK), ha investito oltre un miliardo di euro in Italia.
Intrattabile
Dopo aver preparato il terreno, il ministro ha presentato un disegno di legge che impone l’obbligo per 12 vaccini. In caso di ribellione, il disegno di legge iniziale prevedeva sanzioni fino a € 7.500, e una denuncia al tribunale consentiva una revoca dell'autorità genitoriale e il rifiuto di iscrizione all'asilo nido. Un'enorme ondata di proteste ha attraversato tutto il paese, con manifestazioni di migliaia di persone in molte città per diverse settimane. Sebbene la stampa non abbia mostrato una sola immagine, i più grandi raduni hanno contato più di 15.000 persone nel centro di Roma e quasi 80.000 a Pesaro.
Appello alla disobbedienza civile
Molte personalità si sono ribellate alla legge Lorenzin, tra queste, in particolare Ferdinando Imposimato, ex presidente della Corte suprema italiana. Quest'ultimo aveva addirittura incitato la popolazione alla disobbedienza civile, considerando la legge contraria alle libertà garantite dalla Costituzione. Soprannominato il "giudice antimafia" per aver condotto tante operazione legali contro la malavita organizzata degli anni ‘80, ha sostenuto che la mafia aveva di nuovo preso potere sul governo del paese. In verità, se è vero che Ranieri Guerra è un membro di peso del consiglio di amministrazione della fondazione GSK, allora non è esagerato considerare che l’industria si è installata nel posto di comando del paese.
Obbligazioni flessibili
La Lombardia e il Veneto si sono opposte al progetto di obbligo vaccinale sulla base delle competenze regionali in materia di salute, ma il governo ha categoricamente rifiutato di concedere l’autonomia decisionale e la denuncia presentata dalle Regioni al Consiglio di Stato è stata respinta con la giustificazione che la sicurezza della nazione deve prevalere sui diritti dei singoli individui (la strategia dell'argomento della sicurezza). La legge è stata approvata nel giugno 2017, imponendo obblighi per dieci vaccini. Le penali pecuniarie sono state ridotte a 500 euro, ed è stata mantenuta l’obbligatorietà per l’iscrizione all'asilo nido o nelle scuole materne.
I sostenitori della libera scelta hanno continuato a protestare al punto che i partiti di opposizione, Cinque Stelle e Lega, prima delle elezioni politiche del 2018, hanno invocato e promesso l'abolizione di questa legge come un punto di forza del loro programma elettorale. Dopo aver vinto le elezioni nel marzo 2018, questi due partiti, alleati in una nuova maggioranza politica, si sono affrettati ad annunciare che avrebbero posto fine agli obblighi e garantito il libero accesso alla scuola. Ma subito dopo, si è vissuto un cambiamento dei toni e la libera scelta si è trasformata in "obblighi flessibili". Il dibattito divide tutt’ora l'Italia.
Situazione caotica
L'attuale governo è immobilizzato tra la volontà dei suoi elettori e la pressione dei partiti di opposizione sostenuti dai media e dalle istituzioni mediche nazionali e internazionali. L'Europa e le organizzazioni internazionali come l'OMS stanno cercando di piegare i nuovi governanti ai propri interessi. Il paese è in una situazione caotica e la popolazione è divisa. Alcuni pro-vaccini proibiscono l'accesso alle loro attività a chi non è vaccinato, mentre gli anti-vaccini offrono sconti per i non vaccinati.
Migliaia di bambini sono stati esclusi dagli asili e dalle scuole materne, nonostante le promesse fatte dal nuovo Governo per rimuovere questa disposizione. I rappresentanti del movimento Cinque Stelle stanno attualmente cambiando orientamento al riguardo, in particolare la Ministra della Salute, Giulia Grillo. Il nuovo progetto di legge prevede anzi la possibilità di estendere ulteriormente gli obblighi per raggiungere i tassi di copertura vaccinale raccomandati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.
Al momento, la situazione rimane caotica e imprevedibile e i disaccordi sono presenti sia nei partiti di maggioranza sia tra la popolazione.
Media criminali
Nella conferenza stampa in Parlamento, la sala era piena di gente ed i giornalisti sembravano sbalorditi, e nonostante l'interesse dimostrato per l'argomento, la sicurezza dei vaccini è ancora un argomento tabù. Fedeli alla voce dei loro padroni, i grandi media hanno messo in scena "la polemica" e "l'indignazione" su "l'incontro contro i vaccini tenuto alla Camera dei Deputati". La Rai ha addirittura permesso la diffusione sui propri canali dell’infelice sketch nel quale un presunto comico gridava: “Voi vi rendete conto, tutti coloro che sono contro i vaccini erano riuniti nella stessa stanza e ci siamo persi la possibilità di chiudere la porta e farne una camera a gas per farli fuori tutti in una volta sola!"
Per l'ennesima volta, quindi, l'evento è degenerato diventando una vera e propria caccia ai no-vax e il vero problema è stato ancora una volta completamente oscurato. Solo i social network hanno riportato i fatti… ma recentemente Youtoube e Facebook hanno promesso di adottare misure per censurare gli "anti-vaccini".
Per l'ennesima volta, quindi, l'evento è degenerato diventando una vera e propria caccia ai no-vax e il vero problema è stato ancora una volta completamente oscurato. Solo i social network hanno riportato i fatti… ma recentemente Youtoube e Facebook hanno promesso di adottare misure per censurare gli "anti-vaccini".
Licenziamenti affrettati
Ovviamente, l'iniziativa Corvelva è un vero obelisco nello stagno e mette le autorità sanitarie in un profondo imbarazzo. È difficile sapere se le analisi di Corvelva, i cui primi risultati sono stati riportati in agosto, hanno accelerato alcune partenze, ma è del tutto possibile che i leader delle agenzie sanitarie abbiano scelto di eclissarsi licenziandosi per evitare di affrontare le proprie responsabilità.
A fine agosto, Stefano Vella, presidente dell'AIFA, l'agenzia del farmaco, si è dimesso "a causa del suo disaccordo con il governo riguardo alla sua politica nei confronti degli immigrati nel caso della nave Aquarius”, respinta dalle autorità italiane. Difficile dire se si tratta solo di una coincidenza temporale. Inoltre il direttore generale della stessa agenzia, Mario Melazzini, non è stato riconfermato nelle sue funzioni dal ministro, senza che fossero comunicate precise motivazioni. All'inizio di dicembre, il ministro ha decimato la propria amministrazione e licenziato circa trenta membri del Consiglio Superiore della Sanità, l'organo più elevato in grado del suo ministero, ma i cui membri erano stati nominati dai suoi predecessori.
A metà dicembre è Walter Ricciardi, direttore dell'Istituto superiore della Sanità, ed uno dei 34 membri del comitato direttivo dell'OMS, che ha lasciato il suo posto, ritenendo che “non era d'accordo con le posizioni anti-scientifiche di alcuni membri del governo, in particolare sulla politica in materia di vaccini, e quindi lui aveva di meglio da fare”.
Si potrebbe credere che la richiesta di apertura di una commissione ministeriale di inchiesta contro di lui per “la valutazione e l'omissione di una dichiarazione di conflitto di interessi”, presentata la settimana prima di questo annuncio, sia un caso? Il gruppo di lavoro Vaccino Veritas aveva comunque raccolto un numero impressionante di dati sui suoi interessi diretti con l'industria farmaceutica (consulenze e lobby istituzionali pagate). I membri di Vaccino Veritas sono stati in grado di raggiungere questo obiettivo grazie ai dati registrati sul sito web della Commissione Europea, dal momento che anche Ricciardi è membro di numerose commissioni sulla salute in Europa. Eccoci di fronte ad un esempio di licenziamento che ha tutte le sembianze di una fuga…
Ovviamente, l'iniziativa Corvelva è un vero obelisco nello stagno e mette le autorità sanitarie in un profondo imbarazzo. È difficile sapere se le analisi di Corvelva, i cui primi risultati sono stati riportati in agosto, hanno accelerato alcune partenze, ma è del tutto possibile che i leader delle agenzie sanitarie abbiano scelto di eclissarsi licenziandosi per evitare di affrontare le proprie responsabilità.
A fine agosto, Stefano Vella, presidente dell'AIFA, l'agenzia del farmaco, si è dimesso "a causa del suo disaccordo con il governo riguardo alla sua politica nei confronti degli immigrati nel caso della nave Aquarius”, respinta dalle autorità italiane. Difficile dire se si tratta solo di una coincidenza temporale. Inoltre il direttore generale della stessa agenzia, Mario Melazzini, non è stato riconfermato nelle sue funzioni dal ministro, senza che fossero comunicate precise motivazioni. All'inizio di dicembre, il ministro ha decimato la propria amministrazione e licenziato circa trenta membri del Consiglio Superiore della Sanità, l'organo più elevato in grado del suo ministero, ma i cui membri erano stati nominati dai suoi predecessori.
A metà dicembre è Walter Ricciardi, direttore dell'Istituto superiore della Sanità, ed uno dei 34 membri del comitato direttivo dell'OMS, che ha lasciato il suo posto, ritenendo che “non era d'accordo con le posizioni anti-scientifiche di alcuni membri del governo, in particolare sulla politica in materia di vaccini, e quindi lui aveva di meglio da fare”.
Si potrebbe credere che la richiesta di apertura di una commissione ministeriale di inchiesta contro di lui per “la valutazione e l'omissione di una dichiarazione di conflitto di interessi”, presentata la settimana prima di questo annuncio, sia un caso? Il gruppo di lavoro Vaccino Veritas aveva comunque raccolto un numero impressionante di dati sui suoi interessi diretti con l'industria farmaceutica (consulenze e lobby istituzionali pagate). I membri di Vaccino Veritas sono stati in grado di raggiungere questo obiettivo grazie ai dati registrati sul sito web della Commissione Europea, dal momento che anche Ricciardi è membro di numerose commissioni sulla salute in Europa. Eccoci di fronte ad un esempio di licenziamento che ha tutte le sembianze di una fuga…
Responsabilità
Per anni, le autorità sanitarie hanno ripetuto instancabilmente che i vaccini sono controllati in modo rigoroso, mentre crescono le critiche sulla mancanza di trasparenza su tutto ciò che riguarda le vaccinazioni. Bisogna ricordarsi che prima dell’immissione sul mercato, contrariamente ai farmaci, i vaccini non sono testati che per qualche giorno, ma soprattutto non sono testati per il loro impatto sulla fertilità o per i possibili effetti oncogeni o mutageni, e che la sicurezza dei coadiuvanti è messa in dubbio senza risposte reali. Una volta in circolazione, dovrebbero essere controllati da una rete di laboratori accreditati, ma cosa accade nella realtà?
I conflitti di interesse minano tutte le istituzioni sanitarie, e anche la risoluzione del Parlamento europeo sulla "riluttanza a vaccinare" sottolinea la necessità di una maggiore trasparenza nelle politiche sanitarie europee, tanto è forte l'influenza delle lobby. La domanda sorge spontanea: possiamo davvero fidarci delle nostre autorità sanitarie?
Le carenze rivelate dalle analisi di Corvelva devono essere approfondite, indipendentemente dalle loro conseguenze. Se si scopre che molte persone sono state vaccinate con prodotti difettosi, persino pericolosi ed addirittura inutili quando non contengono gli antigeni, ci troveremmo di fronte ad uno dei più grandi scandali sanitari della storia.
Per anni, le autorità sanitarie hanno ripetuto instancabilmente che i vaccini sono controllati in modo rigoroso, mentre crescono le critiche sulla mancanza di trasparenza su tutto ciò che riguarda le vaccinazioni. Bisogna ricordarsi che prima dell’immissione sul mercato, contrariamente ai farmaci, i vaccini non sono testati che per qualche giorno, ma soprattutto non sono testati per il loro impatto sulla fertilità o per i possibili effetti oncogeni o mutageni, e che la sicurezza dei coadiuvanti è messa in dubbio senza risposte reali. Una volta in circolazione, dovrebbero essere controllati da una rete di laboratori accreditati, ma cosa accade nella realtà?
I conflitti di interesse minano tutte le istituzioni sanitarie, e anche la risoluzione del Parlamento europeo sulla "riluttanza a vaccinare" sottolinea la necessità di una maggiore trasparenza nelle politiche sanitarie europee, tanto è forte l'influenza delle lobby. La domanda sorge spontanea: possiamo davvero fidarci delle nostre autorità sanitarie?
Le carenze rivelate dalle analisi di Corvelva devono essere approfondite, indipendentemente dalle loro conseguenze. Se si scopre che molte persone sono state vaccinate con prodotti difettosi, persino pericolosi ed addirittura inutili quando non contengono gli antigeni, ci troveremmo di fronte ad uno dei più grandi scandali sanitari della storia.
Senta Depuydt è diplomata in comunicazione e giornalismo all’Università di Louvain e ha lavorato per diversi anni nelle multinazionali, mantenendosi sempre aggiornata su domini paralleli. Essendosi trovata ad affrontare il problema dell’autismo, ha ideato dei nuovi approcci medicali ed educativi, al fine di aiutare suo figlio a ritrovare uno sviluppo ottimale. Ha inseguito, approfondito e condiviso insistentemente queste informazioni in conferenze ed articoli, soprattutto in occasione del congresso “Uscire dall’autismo”, affrontando anche alcuni argomenti controversi come l’impatto dei fattori ambientali o quello della vaccinazione.
Per approfondire:
Rapporti, filmati ed articoli su www.corvelva.it
Rapporti, filmati ed articoli su www.corvelva.it
(Per gentile concessioe della redazione dell'edizione francese di Nexus Magazine, tratto dal nr. 121)
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