domenica 24 maggio 2020

Coronavirus, Italia: protesta dei medici legali contro il ministero della salute "Fateci fare le autopsie"


Ma dico io come si fa a credere sulla fiducia senza fare nessuna autopsia che il numero dei morti sia corretto? Quale essere senziente può accettare tutto ciò? Ma non vi viene il dubbio che il ministero della verità non voglia che si scopra la realtà dei fatti? Stendiamo un velo pietoso verso il giornalaio di regime "il corriere" visto il titolo mi chiedo che c'è di ribelle verso dei medici legali che chiedono di fare il proprio lavoro? Siamo al teatro dell'assurdo.

Le autopsie, a chi muore di Covid-19, generalmente non si fanno, almeno in Italia. Tranne in rari casi, quando viene ordinato dai magistrati o dalle direzioni sanitarie.


Questo perché c'è una circolare del ministero della Salute che sconsiglia gli esami post-mortem per timore di eventuali contagi tra i medici.

Ma poiché quei pochi esami autoptici che sono stati fatti hanno dato risultati importanti, facendo capire che molti pazienti erano deceduti a causa di trombosi e non per la polmonite, adesso un gruppo di scienziati di varie città spinge per far annullare la circolare che impedisce di «fotografare» cosa accade nell'organismo colpito dal virus. Un errore che i medici legali delle università di Catania, Foggia e Catanzaro - che sul tema hanno pubblicato un articolo sul Journal of clinical medicine - definiscono il «lockdown della scienza». Un'opportunità mancata, a dir loro, perché conoscere le effettive cause del decesso fornisce elementi determinanti per definire le terapie migliori. Per questo, come ha spiegato al Corriere della Sera il coordinatore del gruppo di ricerca, Cristoforo Pomara, ordinario di medicina legale dell'Università di Catania, si stanno analizzando le autopsie fatte nei vari istituti, raccogliendo informazioni preziose dalle pubblicazioni degli scienziati di altri Paesi per poi studiare i tessuti sotto varie forme con l'obiettivo di cercare di capire quanto più possibile sull'infezione.

Quanto il virus è diffuso e quante persone hanno sviluppato gli anticorpi anche in assenza di sintomi, invece, cercherà di capirlo l'indagine sulla sieroprevalenza che il ministero della Salute e l'Istat avvieranno da lunedì e che da oggi sarà pubblicizzata su tutte le reti Rai. Il test verrà eseguito su un campione di 150mila persone residenti in duemila comuni, distribuite per sesso, attività e sei classi di età. La partecipazione non è obbligatoria. Gli esiti dell'indagine, diffusi in forma anonima e aggregata, potranno essere utilizzati anche per altri studi scientifici e per l'analisi comparata con altri Paesi europei. Le persone selezionate saranno contattate al telefono dai centri regionali della Croce Rossa per fissare un appuntamento per il prelievo del sangue, che potrà essere eseguito anche a domicilio se il soggetto è fragile o vulnerabile. Verrà anche chiesto di rispondere a uno specifico questionario predisposto dall'Istat, in accordo con il comitato tecnico scientifico. La Regione comunicherà l'esito dell'esame a ciascun partecipante.

In caso di diagnosi positiva l'interessato verrà messo in temporaneo isolamento domiciliare e contattato dal proprio servizio sanitario regionale o Asl per fare un tampone naso-faringeo che verifichi l'eventuale stato di contagiosità. La riservatezza dei partecipanti sarà mantenuta per tutta la durata dell'indagine. Ai soggetti che prendono parte al test sarà assegnato un numero d'identificazione anonimo per l'acquisizione del risultato e soltanto il gruppo di lavoro potrà gestire il legame di questo numero con i singoli individui.
Per i pazienti infetti morti nelle rianimazioni si è parlato quasi sempre di polmonite.
«Ma non si muore così in tanti di polmonite nelle rianimazioni! Tanto che quando a Bergamo hanno fatto le prime autopsie hanno realizzato che più pazienti erano deceduti a causa di trombosi e che la polmonite era una conseguenza della formazione dei trombi. Il passaggio successivo è stato ipotizzare il coinvolgimento dei vasi sanguigni. Insomma: un passo alla volta si può fare molta strada nelle conoscenze cliniche e quindi nella terapia».

E invece la prima circolare che scoraggiava le autopsie è stata ripubblicata anche a maggio.

«Sembra incredibile ma è così. Io dallo Stato mi aspetterei che si chiedesse: di cosa sono morte tutte quelle persone? Mi aspetterei che dicesse: studiamoci bene tutto, preveniamo eventuali ricadute. I morti parlano, come si dice. È successo per Ebola, per l’Aids: le autopsie hanno fatto la differenza, sono fondamentali per cercare le risposte giuste».
Secondo lei saremmo ancora in tempo?

«Certo. Siamo in tempo a fare tutto. Facciamo come hanno fatto i tedeschi che sono diventati i top mondiale nelle pubblicazioni scientifiche sui risultati degli esami autoptici. Ad Amburgo, che è capofila di questi studi, le autopsie sono obbligatorie. Vogliamo dire che forse è anche per questo impegno che la Germania conta meno vittime dell’Italia?»


Qui l'articolo completo...
https://www.corriere.it/cronache/20_maggio_23/coronavirus-gruppo-ribelle-medici-legali-fateci-fare-autopsie-14d0f37e-9d10-11ea-a31e-977f755d9d62.shtml

Qui avevo postato l'intervista del medico legale tedesco che affermava 
Il dottore forense presso il Medical Center dell'Università di Amburgo-Eppendorf (UKE), il Prof. Klaus Püschel, ha dichiarato che tutte le sue autopsie sulle morte di Covid-19 afferma che avevano malattie precedenti e che non sarebbero sopravvissute quest'anno. Chi dice che c'è un virus killer che può uccidere chiunque crea solo panico inutile, i morti che abbiamo registrato dai 50 anni fino agli 80 erano tutte persone che avevano gravi patologie pregresse. Creare panico per questo virus è una esagerazione..



https://www.facebook.com/InformareSenzaCensure/videos/605781330019769/

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