Tsunami sul colosso farmaceutico svizzero Novartis. Negli Stati Uniti sta scoppiando lo scandalo della “consulenza d’oro” pagata al team legale di Donald Trump in tutto il 2017, per allargare i suoi affari nel dopo Obamacare. E nell’affaire fa capolino anche una pornostar con gusti presidenziali, nonché un magnate russo amico di Rocket Donald.
In Grecia, poi, si sta scoperchiando il pentolone sulla montagna di tangenti pagate a mezza classe politica ellenica per una decina d’anni: tra i beneficiari il numero uno della Banca di Grecia ed ex super ministro delle finanze.
Di tutto e di più sul fronte dei maxi affari griffati Big Pharma.
QUELLA CONSULENZA DA 100 MILA DOLLARI AL MESE
Partiamo dalla patata bollente servita negli Usa. Nella bufera è finito il potente studio legale che cura gli interessi di Donald Trump in veste presidenziale, ossia il “Michael Cohen’s Essential Consultants”, vero e proprio crocevia di affari, attraverso cui sono passate maxi tangenti che hanno condizionato e condizionano la politica a stelle e strisce, anche a livello internazionale.
Interlocutore privilegiato, per tutto il 2017, del prestigioso studio, un altro pezzo da novanta di super contratti, vale a dire il “top lawyer” di Novartis, il legale a capo di un folto stuolo di avvocati e consulenti, Ellix Ehrat. Il quale ha appena rassegnato le sue irrevocabili dimissioni, a far data dal 1 giugno 2018, per via della sporca connection che il colosso farmaceutico ha cercato di stabilire con lo stesso entourage di Trump. Il quale, del resto, è in ottimi rapporti con il Ceo di Novartis, Vasant Narasimhan, con cui si è intrattenuto affettuosamente a cena durante l’ultimo summit che si è tenuto a Davos.
Ma qual è, in dettaglio, il rapporto Casa Bianca-Novartis? A pochi giorni dall’insediamento presidenziale lo staff legale di Trump, capeggiato dall’avvocato Michael Cohen, stabilisce “in tempo reale” un rapporto contrattuale con quello di Novartis, rappresentato da Ehrot. Una sorta di super consulenza pagata la bellezza di 100 mila dollari al mese: il tutto perchè Novartis potesse contare sul supporto e i consigli operativi di “Essential Consultants” per districarsi meglio nella politica sanitaria che la nuova amministrazione Usa intendeva portare avanti, in particolare per il domani dell’Obamacare.
Il contratto è stato firmato a febbraio 2017, con una durata annuale.
Dopo un paio di mesi – raccontano fonti investigative – l’avvocato Ehrot “si è accorto che le cose non funzionavano per il verso sperato, ha constatato che il team Cohen non era l’interlocutore giusto e ha deciso di mettere fine alla collaborazione”. Non mancando, però, di rispettare quanto previsto dal contratto: quindi per tutto il 2017 è stato versato da Novartis ad Essential Consultants l’importo pattuito di 100 mila dollari al mese.
Nel rassegnare le sue dimissioni, Ehrot ha voluto sottolineare: “Questo contratto, anche se perfetto sotto il profilo giuridico, è stato un errore. Nella mia veste di cofirmatario, pertanto, mi assumo la responsabilità di ciò per porre fine alle polemiche”. Stesso copione, più o meno, recitato dall’altra super toga, Cohen. Scusate per la combine, voltiamo pagina e scordammoce ‘o passato: anche se freschissimo, perchè si tratta di tutto lo scorso anno, il 2017.
Val la pena di rammentare che negli Stati Uniti l’industria farmaceutica è ormai saldamente attestata al primo posto nella sua attività di lobbyng, ed in particolare sul fronte del finanziamento alle campagne presidenziali, con una montagna da milioni di dollari suddivisi in modo praticamente bypartizan tra il partito democratico e quello repubblicano: come dire, vi paghiamo tutti, quindi dovete eseguire i nostri ordini. Ha perfino superato la sempre strapotente industria delle armi…
LA PORNO STAR & IL MAGNATE
Ma eccoci ad un giallo nel giallo. Perchè il rampatissimo studio Michael Cohen’s Essential Consultants ha curato un’altra pratica bollente: quella relativa ad una denunciante eccellente di Donald Trump sul fronte delle molestie, la porno star Stormy Daniels. Alla quale quale lo studio ha versato 130 mila dollari.
Il legale della bella Stormy, Michael Avenatti, ha verbalizzato pochi giorni fa, l’8 maggio, davanti agli inquirenti che indagano sulle acrobazie trumpiane, Russiagate e non solo. Ed ha ricostruito le tappe di un’altra bella somma, 500 mila dollari, che alla porno star sarebbe pervenuta dai conti del magnate russo-svizzero Viktor Vekselberg, una fortuna da 15 miliardi di dollari accumunalata negli States (petrolio e acciaio) e in ottimi rapporti con l’entourage trumpiano. La somma da mezzo milione di dollari, infatta, è transitata – secondo le ricostruzioni degli 007 a stelle e strisce – attraverso due sigle, Columbus Nova e Renova Group, quest’ultima direttamente controllata dal magnate russo e con quartier generale proprio in Svizzera.
Non è finita: perchè al dinamicissimo studio dell’avvocato Cohen fanno capo parecchie altre transazioni eccellenti, come nei casi del colosso AT&T e addirittura della Corea Aerospace, tutte con grossi interessi negli Usa. E su cui sono ora accesi i riflettori degli inquirenti.
Ma torniamo alle rogne giudiziarie di casa Novartis. E dagli States passiamo in Europa, per la precisione in Grecia.
E NOVARTIS CAVALCA IL CRAC DELLA GRECIA
Stavolta il bottino è da 3 miliardi di euro. Tanto è stato versato a politici e banchieri ellenici nell’arco di un decennio, tra il 2006 e il 2015, dalla Novartis, affinchè i suoi prodotti potessero essere non solo leader nel mercato farmaceutico locale, ma strapagati.
Con il crac finanziario, infatti, tutti i prodotti, anche quelli farmaceutici, hanno subito una battuta d’arresto: ma guarda caso le ‘carissime’ confezioni targate Novartis non hanno conosciuto crisi, perchè i consumatori potevano averle gratis. Lo strasforacchiato sistema sanitario greco rimborsava il prezzo pieno alle farmacie dietro presentazione della ricetta. Molti, all’epoca, si sono chiesti il motivo di quel miracolo. Ed eccolo ora spiegato con la maxi inchiesta delle toghe elleniche, che sta coinvolgendo mezza classe politica e non pochi banchieri di nome.
“Il più grande scandalo dalla costituzione dello stato greco, alla pari se non maggiore di quello Siemensdi anni fa, e paragonabile a quello della Lista Lagarde”, commentano alcuni media.
Tirati in ballo autorevoli membri del Pasok e di Nea Dimokratia: fior tra fiori, l’ex premier Antonis Samaras, l’ex ministro della salute Adonis Georgiades, quello degli Esteri Evangelos Venizelos e soprattutto delle Finanze Yannis Stournaras, che oggi siede sulla strategica poltrona di governatore della Banca di Grecia, e la cui abitazione è stata perquisita di cima a fondo ad aprile.
Secondo l’attuale ministro della Giustizia del governo Tsipras, Stavros Kontonis, “Novartis probabilmente ha corrotto migliaia di medici e dipendenti pubblici (le ultime stime parlano di circa 4 mila persone, ndr) per promuovere i suoi prodotti e ha continuato a vendere farmaci ‘troppo cari’ anche dopo che il paese è stato colpito dalla crisi economica nel 2010”.
L’inchiesta è partita due anni fa e da allora – racconta la stampa locale – “sono stati interrogati dagli inquirenti decine e decine di manager, collaboratori, faccendieri, medici, pazienti e cittadini per far luce sul maxi buco creato nei conti pubblici greci dalla multinazionale elvetica”.
Tutto è cominciato nel 2016 con il tentato suicidio di un ex manager di Novartis, per ore sul cornicione del centralissimo Hilton di Atene, salvato in extremis e poi deciso a vuotare il sacco con rivelazioni – viene raccontato – da far tremare le vene e i polsi.
Va rammentato che al summit del potente gruppo Bilderberg che si è tenuto nel 2009 ad Atene, erano presenti sia l’allora Ceo di Novartis, lo svizzero Daniel Vasella, che l’attuale numero uno della Banca di Grecia, l’inquisito Strournaras. Il quale dopo tre anni diventò ministro delle Finanze e già anni prima era salito alla ribalta delle cronache internazionali, per aver condotto, nel 2001, il passaggio dalla dracma all’euro.
Sulla gravità dello scandalo Novartis in Grecia, ecco le parole di Yannis Natsis, una figura da non poco, visto che ricopre la carica di “Policy Coordinator” presso la “European Public Health Alliance”: “Le accuse di corruzione dimostrano che l’industria farmaceutica ancora una volta abusa del suo strapotere. E nonostante la Grecia possa essere considerato ancora un paese a forte rischio sotto il profilo economico, numerosi medicinali con prezzi esorbitanti, soprattutto oncologici, sono ancora pienamente rimborsati dallo Stato, con profitti fiume per le multinazionali”.
Anche il governo Tsipras, a questo punto, chiude gli occhi e incassa? Staremo a vedere.
Tanto per distrarsi e non pensare alle rogne, Novartiscontinua nei suoi investimenti esteri (anche in Italia: nel prossimo triennio spenderà 200 milioni di euro) e nel suo shopping a livello internazionale.
Guarda caso, i più freschi affari issano la bandiera a stelle e strisce. Appena portato a termine, infatti, l’acquisto di un pezzo pregiato della farmaceutica statunitense, AveXis, specializzata in terapie geniche: in particolare, l’azienda sviluppa trattamenti per pazienti affetti da malattie rare in neurologia. Il prezzo per l’acquisizione è pari a 8,7 miliardi di dollari. Notano le cronache finanziarie: “Dal 2020 l’acquisizione avrà un impatto positivo sui conti economici di Novartis, grazie ad un forte incremento delle vendite in tale segmeno commerciale”. La sigla che ha portato a termine l’operazione è la controllata Novartis Am Merger Corporation.
Sarà mai in grado, top Novartis, di brevettare e commercializzare un vaccino anti corruzione?
Tratto da: http://www.lavocedellevoci.it/2018/05/18/novartis-pillole-tangenti-in-mezzo-mondo-dalla-casa-bianca-alla-grecia/
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