lunedì 30 aprile 2018

La tremenda epidemia della propaganda del batterio che alimenta profitto di pochi


28/04/2018 Di Stefano Lesti – Di morbillo non si muore, così come non si muore di influenza, semmai di muore per complicazioni correlate. Lo abbiamo avuto tutti in passato il morbillo e tutte le sindromi influenzali possibili e siamo tutti tranquillamente sopravvissuti fino a oggi, ad ogni modo i vaccini bisogna farli perché lo dice la legge: DURA LEX SED LEX! Così dicevano i Latini.
Poi, ovvio, ognuno è libero di dare credito o meno a chi si occupa concretamente di salute e prevenzione, come fanno la maggior parte di medici, studiosi, ricercatori, sportivi e giornalisti onesti come noi, piuttosto che a chi, di contro specula sulla salute pubblica, o comunque ne trae in qualche modo guadagno -seppur lecito e legittimo-, così come ad esempio le televisioni che sponsorizzano farmaci, prodotti medicinali e talvolta intere trasmissioni.
Produzioni televisive di taglio popolare trasmesse nelle fasce orarie più seguite che parlano di salute a senso unico e soprattutto agli anziani o ad ogni modo a chi ne sa molto poco, pensando illudendosi di apprenderne i rudimenti e di capire le cose standosene seduto sul divano di casa davanti al teleschermo.
Personalmente che non faccio vaccini è dai tempi in cui non avevo nemmeno i peli sui polpacci e campo felice e in grandissima forma ringraziando Dio, lo sport e la serenità che trovo nelle cose naturali e non nei vaccini, né tantomeno in quei medici che senza voler generalizzare fanno soldi a palate prescrivendo farmaci talvolta inutili se non a ingrassare le proprie e le tasche dei paperoni e baroni delle multinazionali del farmaco.
Si, ho fatto il servizio militare da ragazzo, dove i vaccini erano d’obbligo, ma anche in quel contesto ho evitato di farmi vaccinare, anche se non ti posso dire come e in che modo. Non so se faccio bene o faccio male per la mia salute, non sono un buon esempio da seguire in tal senso, ma non è questo il problema, quanto essenzialmente, più ancora, l’espressione del mio personalissimo modo di ribellarmi democraticamente a un sistema verso il quale lancio da sempre un guanto di sfida, soprattutto di fronte a certi poteri occulti e a certa scienza.
Quella scienza prezzolata che non persegue affatto il benessere pubblico ma i propri fini, fini che sono economici e protesi a garantirsi profitti a nostro comune discapito parandosi dietro consueti slogan: lavoriamo per il vostro benessere; tuteliamo il diritto alla salute; vogliamo fare il bene degli italiani”.
Ma bene de che? Che bene hanno fatto all’umanità quegli scienziati e dottori, quei professoroni loro colleghi di un passato ignobile e diabolico che negli anni trenta e quaranta teorizzavano “scientificamente” la superiorità della razza ariana su tutte le altre per compiacere quel gran bastardo di Hitler e arricchirsi sulla morte di tanta povera gente, ebrei, zingari, omosessuali e malati di mente che allora usavano come cavie?
E diciamolo pure senza timore di essere smentiti: altro che fake news e disinformazione no-vax di tipo ideologico: quei medici di oggi che esultano davanti ai teleschermi in cui la fanno da padrone di fronte all’aumento dei centenari in Italia hanno tutte le ragioni di esultare.
Senza negare i grandissimi passi avanti fatti dalla medicina e nella prevenzione, con tutti i medicinali che gli prescrivono si stanno assicurando per sé stessi lunga vita e una vecchiaia senz’altro assai più serena, migliore e ricca di quella a cui sono costretti a campare i nostri anziani, oltre a garantirsi guadagni certi e ripeto leciti e legittimi, anche oltre misura, e a sfruttare a proprio e unico vantaggio la propaganda derivante dalle continue pubblicità ingannevoli proposte durante ogni passaggio durante le trasmissioni tivvù che ci condizionano il pensiero e offuscano sia la vista che le coscienze, oltre che annichilire la verità.
“Ti sei provocato uno stiramento muscolare? Nessun problema: prendi questo o quel prodotto e ti passerà prima”. Mica ti dicono: “Resta a casa a riposo, stai fermo col muscolo lesionato e tienilo fasciato almeno per un paio di settimane e poi vai a sottoporti a terapia riabilitativa”.
Che gliene importa a loro, ai produttori e ai creativi delle pubblicità, ai produttori e ai commercianti di farmaci, ai farmacisti e ai conduttori di talk show se curandoti con creme, pomate miracolose e pastiglie continuerai, magari certo di fare bene, a sforzare quel muscolo leso che nell’uso durante la convalescenza potrebbe peggiorare fino a strapparsi del tutto? Tanto poi ti diranno di prendere altre medicine e a fancul.. il tuo fegato e gli altri organi sani. Tanto poi li cureranno loro con altri medicinali..
Personalmente, e concludo il ragionamento, piuttosto di arrivare ai cento anni facendo da cavia umana e terrorizzato, incazzato, depresso, suicida o assassino di mogli e figli, abbandonato da cari, amici e Stato, oltre a drogato da farmaci, psicofarmaci e televisioni e sotto scacco di badanti e infermiere/i spesso ladre/i e assassine/i, preferisco senz’altro andarmene prima..
Tutelare da parte dello Stato, curare da parte dei medici e curarsi da parte nostra non è un dovere che andrebbe salvaguardato e garantito, e non sfruttato dalle multinazionali e dalle lobbies politiche e economiche che oggi fanno letteralmente il bello e cattivo tempo? Sbaglio io a pensarla così? Vallo a sapere: a voi lettori e ai posteri la sentenza.
Meditate gente, meditiamo tutti, e soprattutto vacciniamoci contro il batterio del profitto di pochi a danno di tutti che ci sta ammalando nell’anima e uccidendo non solo nel portafogli, ma soprattutto in termini di speranze, giustizia, verità e diritto!

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