Purtroppo tutte le lotte rivoluzionarie sono state vane, tutto ciò che l'umanità aveva ottenuto viene richiesto comprendendone gli interessi. Questo grazie alla smodata liberalizzazione e globalizzazione senza tener conto del sociale.
La struttura socio-economica del mondo contemporaneo è caratterizzata da una classe bancaria globale che esercita il potere di creare dal nulla, e a costo zero, quantità virtualmente illimitate di simboli dotati di potere d’acquisto (mezzi monetari) e di strumenti finanziari convertibili in tali simboli, mediante il reciproco accreditamento contabile dei medesimi in un gioco di sponda tra banche, su scala mondiale». Per giunta, la “classe finanziaria” esercita anche il potere e privilegio di creare, mediante erogazione dei prestiti a interesse, tutti i mezzi monetari di cui abbisogna il resto della società, divenendo così sua creditrice strutturale. «Per finire, questa classe privilegiata dispone anche delle agenzie che fanno il rating dei debitori nonché di un buon controllo manipolatorio su tutti i mercati». Con queste premesse, non c’è scampo: La politica è finita, i partiti si riducano a missionari antisociali della classe finanziaria e la partecipazione popolare alle decisioni rilevanti diviene impossibile, il principio di eguaglianza rimane un ricordo, mentre reddito e ricchezza sono oggetto di una redistribuzione inversa, cioè concentrante. Una super-casta come l’èlitre Finanziara, dunque, accresce il proprio potere d’acquisto sottraendolo al resto del mondo e all'economia reale: quindi tendenzialmente compra tutto, diventa padrona di tutto, creditrice universale, sovrano politico, legislatore e governante globale incontrastato e senza opposizione, dotata com’è di un grande potere di ricatto e di divide et impera. Divide et impera (in italiano «dividi e domina», «dividi e impera», «separa e conquista» o «dividi e conquista»)
Vi ricorda qualcosa? Ciò che le nostra civiltà occidentale sta facendo in molte nazioni seminando guerre finanziando ribellioni, per mantenere intatto il castello di carte.
Se ci fosse qualche dubbio su quello che dico: IL RAPPORTO OXFAM
La denuncia: l’1% della popolazione possiede più del restante 99%.
L’ingiustizia del pianeta è grande così. E 62 super ricchi controllano la stessa ricchezza di metà della popolazione più povera. Sono i numeri terribili del nuovo rapporto che la Ngo britannica Oxfam ha pubblicato alla vigilia del World Economic Forum a Davos, in Svizzera. E non risparmiano il nostro Paese, dove l’1% più ricco degli italiani è in possesso di quasi un quarto (23,4%) della ricchezza nazionale netta, una quota che in valori assoluti è pari a 39 volte la ricchezza del 20% più povero.
Ricchezza quasi dimezzata per 3,6 miliardi di persone
Secondo il rapporto, dal 2010, 3,6 miliardi di persone - la metà della popolazione mondiale - ha visto la propria quota di ricchezza ridursi di circa mille miliardi di dollari: una contrazione del 41%, nonostante l’incremento demografico abbia registrato 400 milioni di nuovi nati nello stesso periodo. I 62 super ricchi hanno invece registrato un incremento di oltre 500 miliardi di dollari, arrivando così a un totale di 1.760 miliardi di dollari. A farne le spese sono soprattutto le donne, che restano in condizione di grave svantaggio (perfino tra i 62 super-ricchi solo 9 sono donne).
A Davos la campagna per mettere al bando i paradisi fiscali
«I leader mondiali non hanno ancora intrapreso alcuna azione concreta per contrastare una disuguaglianza crescente e ormai fuori controllo. A Davos, quest’anno, chiederemo con forza a governi e grandi corporation di porre fine all’era dei paradisi fiscali», ha dichiarato Winnie Byanyima, direttrice di Oxfam International. «I paradisi fiscali sono quei luoghi nei quali multinazionali ed élites economiche si rifugiano evitando di contribuire, con la giusta quota di tasse, al finanziamento di servizi pubblici gratuiti e di qualità a tutti i cittadini. Oggi 188 delle 201 più grandi multinazionali sono presenti in almeno un paradiso fiscale, alimentando una disuguaglianza economica estrema che ostacola la lotta alla povertà».
Investimenti offshore quadruplicati
La ricerca evidenzia che, a livello globale, gli investimenti offshore dal 2000 al 2014 sono quadruplicati. E si calcola che 7.600 miliardi di dollari di ricchezza di individui privati (una somma equivalente ai tre quarti della ricchezza netta delle famiglie italiane nel 2015) sia depositato nei paradisi fiscali. Una cifra enorme. Se sul reddito generato da questa ricchezza venissero pagate le tasse, i governi avrebbero a disposizione 190 miliardi di dollari in più ogni anno, nota il Rapporto.
Il paradosso africano
Un’altra stima mette in risalto come il 30% della ricchezza dell’intero continente africano sia depositato su conti offshore per un ammontare complessivo di circa 14 miliardi di dollari all’anno in mancate entrate fiscali. Con una tale somma in Africa si potrebbero assicurare servizi sanitari che salverebbero 4 milioni di bambini ogni anno e retribuire un numero di insegnanti sufficiente a consentire a tutti i bambini del continente africano di andare a scuola.
Il divario tra lavoratori e top manager si allarga
Un altro dato preoccupante e fonte di disuguaglianza è il calo, in quasi tutti i Paesi sviluppati e nella maggior parte dei Paesi in via di sviluppo, della quota di reddito nazionale corrispondente ai redditi da lavoro. Il rapporto diffuso da Oxfam inoltre mette in luce il sempre più ampio divario retributivo tra i lavoratori e il top-management e la sovra-rappresentazione delle donne negli impieghi a basso reddito. Sul fronte opposto, individui già ricchi hanno beneficiato di un tasso di rendimento del capitale ben più alto di quello della crescita economica. Questa posizione di vantaggio è stata consolidata anche dal ricorso ai paradisi fiscali, esempio eclatante di come si possano riscrivere le regole del gioco economico al fine di mettere al riparo la ricchezza di chi è super ricco e potente.
Tratto da: http://www.corriere.it/economia/16_gennaio_18/denuncia-l-1percento-popolazione-possiede-piu-restante-99percento-ddd8c888-bdd0-11e5-b5c4-6241fae93341.shtml
Noi saremo colpevoli di non esserci evoluti per servire un piccolo gruppo di persone che ha governato il mondo sfruttando e rubando tutte le sue risorse per il proprio torna conto a discapito della comunità. Praticamente se e quando le generazioni future leggeranno della nostra civiltà nei libri di storia sono sicuro che saremo ricordati come dei Primitivi del Futuro.
"SI VABBE' MA ORMAI E' IRREVERSIBILE LA SITUAZIONE"
Si, tu fai giustamente un discorso in difesa di chi ti opprime, perché è il tipico dello schiavo, no?!
Il vero schiavo.. il vero schiavo difende il padrone, mica lo combatte. Perché lo schiavo non è tanto quello che ha la catena al piede quanto quello che non è più capace di immaginarsi la libertà.
Ma rispetto a quello che tu mi hai detto adesso: quando Galileo ha enunciato che era la Terra a girare intorno al Sole, ci sarà sicuramente stato qualcuno come te, che gli avrà detto:
"Eh si! sono 22 secoli che tutti dicono che è il Sole che gira intorno, mò arrivi te a dire questa stronzata.. e come farai a spiegarlo, a tutti gli esseri umani?" e lui: "Non è affar mio, signori.."
"Allora guarda, noi intanto ti caliamo in un pozzo e ti facciamo dire che non è vero, così tutto torna nell'ordine delle cose".. hai capito? Perché tutto l'Occidente vive in un'area di beneficio perché sta rubando 8/10 dei beni del resto del Mondo. Quindi non è che noi stiamo vivendo in un regime politico capace di darci la televisione, la macchina.. no.
E' un sistema politico che sa rubare 8/10 a 3/4 di Mondo e da un pò di benessere a 1/4 di Mondo, che siamo noi..
Quindi, signori miei, o ci si sveglia.. o si fa finta di dormire.. o bisogna accorgersi che siete tutti morti. Tratto da Silvano Agosti: Il Discorso Tipico dello Schiavo
https://www.youtube.com/watch?v=aqihCi6FVis
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