Comunicato stampa 28-07-2020
La proroga dello Stato d’emergenza rappresenta una rottura costituzionale, incidendo sulla forma di governo e sul sistema delle fonti. Essa si pone al di fuori del perimetro costituzionale essendo sprovvista dei presupposti che giustificherebbero l’intervento governativo.
Pertanto, si invita la Presidenza del Consiglio a ritirare tale proposta, i cui atti consequenziali risulterebbero tutti incostituzionali e lesivi delle libertà fondamentali.
L’Osservatorio Permanente sulla legalità costituzionale si riserva di impugnare il provvedimento in tutte le sedi, nazionali e sovranazionali, a tutela della democrazia, dello Stato di diritto e della Costituzione.
L’Osservatorio permanente sulla Legalità Costituzionale
(istituito presso il Comitato Rodotà)
L'Osservatorio sulla Legalità Costituzionale istituito presso il Comitato Rodotà attacca il sì in Senato alla proroga dello stato di emergenza che il governo ha fissato al 15 ottobre: «È una rottura costituzionale, valutiamo di impugnare il provvedimento». Oggi, mercoledì 29 luglio, arrivato il sì anche alla Camera.
«La proroga dello stato d’emergenza rappresenta una rottura costituzionale, incidendo sulla forma di governo e sul sistema delle fonti. Essa si pone al di fuori del perimetro costituzionale essendo sprovvista dei presupposti che giustificherebbero l’intervento governativo»: è il duro commento dell'Osservatorio sulla Legalità Costituzionale istituito presso il Comitato Rodotà che attacca il sì in Senato alla proroga dello stato di emergenza che il governo ha fissato al 15 ottobre (oggi, mercoledì 29 luglio, arrivato il sì anche alla Camera).
«Si invita la Presidenza del Consiglio a ritirare tale proposta, i cui atti consequenziali risulterebbero tutti incostituzionali e lesivi delle libertà fondamentali - prosegue l'Osservatorio in una breve nota pubblicata su Facebook - L’Osservatorio Permanente sulla legalità costituzionale si riserva di impugnare il provvedimento in tutte le sedi, nazionali e sovranazionali, a tutela della democrazia, dello Stato di diritto e della Costituzione».
E proprio per oggi, mercoledì 29 luglio, il ComiCost, Comitato per la Libertà Costituzionale, presieduto dall'avvocato Nino Filippo Moriggia, ha convocato una conferenza stampa presso la Camera dei Deputati a Roma per illustrare l'attività del Comitato e per presentare nel dettaglio il contenuto del ricorso straordinario al Capo dello Stato che, secondo il comitato stesso, segnala le "illegittimità di provvedimenti" adottati finora.
Il premier Conte ieri in Senato, nel suo discorso, ha difeso l'adozione della proroga dello stato di emergenza, supportato dalla maggioranza di governo e attaccato dalle opposizioni.
https://www.ilcambiamento.it/articoli/l-osservatorio-sulla-legalita-costituzionale-proroga-stato-di-emergenza-valutiamo-di-impugnare-provvedimento
Comitato Rodotà. Lettera al presidente Mattarella. 10.07.20
Lettera al Presidente della Repubblica Italiana del Comitato Rodotà sulla proroga dello stato di emergenza fino al 31 dicembre 2020 da parte del Governo. L’Osservatorio Permanente sulla Legalità Costituzionale,presso il Comitato Popolare Difesa Beni Pubblici e Comuni Stefano Rodotà, fa notare all’Illustre Presidente,che la presenza di alcuni focolai gestibili dal Servizio Sanitario,non è requisito sufficiente a introdurre un’ulteriore regime di eccezione allo Stato di Diritto Costituzionale. “Nel Codice della Protezione Civile, infatti, lo stato di emergenza si riferisce “a eventi calamitosi di origine naturale o derivanti dall’attività dell’uomo che in ragione della loro intensità o estensione debbono, con immediatezza d’intervento, essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari da impiegare durante limitati e predefiniti periodi di tempo.” (art. 24, 7 comma 1 lett. c) Codice Protezione Civile).” “La sola presenza di sparuti focolai, peraltro circoscritti in alcune zone del Paese e ad oggi perfettamente gestibili dal Servizio Sanitario, non costituisce requisito sufficiente a introdurre un regime di eccezione che consenta di derogare alla dialettica democratica di uno Stato di Diritto.” “A maggior ragione appare oggi del tutto sproporzionato ed illegittimo il ricorso a questi strumenti di eccezione.” Testo Completo delle Lettera:
Illustre Presidente,
l’Osservatorio Permanente sulla Legalità Costituzionale, istituito presso il Comitato Popolare Difesa Beni Pubblici e Comuni Stefano Rodotà, si trova nuovamente costretto ad intervenire in merito al dichiarato stato di emergenza.
Stando a notizie di stampa il Presidente del Consiglio sarebbe in procinto di prorogare lo stato di emergenza, inizialmente dichiarato il 31/01/2020 ed in scadenza alla fine di luglio, fino al 31 dicembre 2020, e ciò sulla base di una non meglio precisata “esigenza di tenere sotto controllo il virus, per la presenza di alcuni contagi in territorio italiano.”
Laddove ciò si verificasse ci troveremmo di fronte a uno strappo gravissimo dell’ ordine costituzionale, a causa del quale la democrazia di un Paese viene di fatto congelata per un anno intero, ad arbitrio del Potere Esecutivo oggi ancor più in assenza di qualunque presupposto giustificativo.
Dalla lettera del Codice della Protezione Civile, infatti, lo stato di emergenza si riferisce “a eventi calamitosi di origine naturale o derivanti dall’attività dell’uomo che in ragione della loro intensità o estensione debbono, con immediatezza d’intervento, essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari da impiegare durante limitati e predefiniti periodi di tempo.” (art. 24, 7 comma 1 lett. c) Codice Protezione Civile).
Il testo della norma, e del Decreto nel suo complesso, è evidentemente destinato a disciplinare quelle situazioni nelle quali vi sia necessità di azione tempestiva ed immediata.
A conforto di tale interpretazione lo stesso art. 24 comma 1 del Codice di Protezione Civile, rubricato Deliberazione dello stato di emergenza di rilievo nazionale, prevede che, con la delibera di stato di emergenza, vengano immediatamente destinate “risorse finanziarie al soccorso della popolazione”, a conferma quindi che si tratti di situazioni nelle quali il ricorso agli ordinari strumenti democratici, financo a quelli per definizione destinati a fronteggiare situazioni di estrema gravità ed urgenza (come il decreto legge) costituiscono in quel frangente un lusso, uno spreco di tempo che l’Ordinamento non può permettersi perché ogni minuto è sacro.
D’altronde il termine stesso “calamità di origine naturale” difficilmente si attaglia a un problema sanitario ed emerge, con tutta evidenza, come già l’originario ricorso, a gennaio 2020, allo strumento dello stato di emergenza (peraltro seguito da un mese di completa inerzia da parte dell’esecutivo) fosse molto discutibile.
A maggior ragione appare oggi del tutto sproporzionato ed illegittimo il ricorso a questi strumenti di eccezione.
La sola presenza di sparuti focolai, peraltro circoscritti in alcune zone del Paese e ad oggi perfettamente gestibili dal Servizio Sanitario, non costituisce requisito sufficiente a introdurre un regime di eccezione che consenta di derogare alla dialettica democratica di uno Stato di Diritto.
Nè lo stato di eccezione è giustificato dal mero timore di possibili scenari futuri, sui quali ancora nulla è dato prevedere e sui quali, peraltro, la stessa Comunità Scientifica mostra di avere opinioni divergenti. Ciò equivarrebbe a giustificare il puro arbitrio di un Potere Esecutivo che potrebbe sospendere la democrazia in qualunque momento, perché in fondo, “del doman non v’è mai certezza.”
Neppure si può giustificare lo stato di emergenza con la presenza di focolai in Paesi stranieri, essendo sufficienti le ordinarie misure di contenimento dei flussi in entrata e uscita del Paese per arginare qualunque pericolo in tal senso.
Così riceviamo e pubblichiamo integralmente dall’Osservatorio Permanente sulla Legalità Costituzionale, istituito presso il Comitato Popolare Difesa Beni Pubblici e Comuni Stefano
Rodotà.
Alla presidente del Senato, che martedì intenderebbe sottoporre al voto l’annunciata proroga, rispondiamo che i diritti costituzionali non sono nella disponibilità del Senato:
Signora e onorevole Casellati,
l’emergenza “preventiva”è una contraddizione in termini. O c’è l’emergenza o non c’è. E, attualmente non c’è, come non c’era il 31 gennaio. Mi consenta di farle notare che i diritti del popolo sovrano non sono nella disponibilità del Senato, né del Parlamento in seduta comune, tanto meno del governo o del suo mentore, del quale non ho letto la messa in stato d’accusa per non stare garantendo la separazione dei poteri e non avere sciolto il C.S.M., che sicuramente non può e non deve funzionare sotto una direzione politica. Per innovare sui principi fondanti della Costituzione siamo certi che si seguirà la speciale procedura. Gradisca i miei saluti. Mario Donnini
28 luglio 2020
Il governo del burattino presta nome Conte proroga lo stato di emergenza fino al 15 ottobre, senza nessuna evidenza scientifica.
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