mercoledì 22 aprile 2020

Coronavirus: in piena epidemia in Lombardia e non solo i malati con coronavirus sono stati messi nelle case di riposo


Coronavirus, l'Oms: la metà dei morti di Covid-19 in Europa viveva in case di cura 'Quelle strutture vanno completamente ripensate'. L'Organizzazione mondiale della sanità, intanto, riceve altri 30 milioni di dollari da Pechino
https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/asia/2020/04/23/coronavirus-cina-10-nuovi-casi_7a401814-3f22-4f34-9695-f5625664e971.html


Cioè non so se vi rendete conto la domanda ora che mi pongo è chi ha portato la malattia in questi istituti? Quello che invece è successo in Lombardia ( non dimentichiamo che solo la regione Lombardia conta più del 50% dei decessi in Italia con coronavirus)  mostra l'incapacità dei nostri politicanti che non hanno saputo gestire la situazione creando un emergenza sanitaria e migliaia di decessi che pesano sulle loro coscienze non su quelle di un virus che ( 
Nuovo studio: 0,6% la letalità di Covid-19 sul totale dei contagiati.)


Abbiamo capito tutti che per colpa delle incompetenze istituzionali e del terrorismo mediatico, hanno portato al collasso gli ospedali che non avendo attrezzature adeguate ed essendo a corto di personale sono diventati i veicoli principali dell'epidemia.

Infatti leggiamo....

Lombardia, morti sospette nelle case di riposo: perquisizioni, sequestri e nuovi filoni di indagine
https://www.lastampa.it/cronaca/2020/04/24/news/lombardia-morti-sospette-nelle-case-di-riposo-perquisizioni-sequestri-e-nuovi-filoni-di-indagine-1.38758331

Ansa 
Coronavirus: si indaga su degenze in Rsa di malati senza tampone
Non solo pazienti ufficialmente Covid trasferiti dagli ospedali sulla base delle delibera regionale dell'8 marzo

8 aprile 
Coronavirus, i pm di Bergamo indagano per epidemia colposa. I carabinieri del Nas nell’ospedale di Alzano Lombardo

Le istituzioni sapevano tutto e sapevano che questo virus era fatale per gli anziani o i malati cronici lo si può leggere chiaramente in questo 
documento del ministero datato 16 febbraio 2020. Ma non hanno fatto nulla per tutelare i più deboli hanno lasciato che l'epidemia avanzasse e poi ci hanno terrorizzati con il numero dei decessi rinchiudendoci tutti a casa per nascondere la loro incompetenza agli occhi del popolo italiano che ancora si fida di questi criminali assassini. Spero che al più presto vengono delegittimati e condannati per i reati commessi e per l'alto tradimento. Oltre ad aver ucciso i nostri cari hanno ucciso economicamente anche il nostro paese. Tutto ciò non è potuto succedere per stupidità ma sembra un piano criminale.

Detto ciò leggiamo e ascoltiamo cosa non contenti sono riusciti a fare.... Qui un pezzo della puntata di ieri di un programma televisivo dove Fontana ammette quello che hanno fatto ma minimizza dicendo che non è successo nulla.

21 aprile 2020




La denuncia di Uneba, così in Lombardia si è acceso il fuoco nelle Rsa


In Emilia i malati di Covid-19 inviati nelle case degli anziani

Anziani messi con i malati di Covid". La denuncia nelle rsa del Lazio

La delibera della giunta Lombarda – la numero XI/2906, 8 marzo 2020 – chiedeva alle Ats, le aziende territoriali della sanità, di individuare nelle case di riposo dedicate agli anziani strutture autonome per assistere pazienti Covid 19 a bassa intensità. Come mettere un cerino in un pagliaio


«Chiederci di ospitare pazienti con i sintomi del Covid 19 è stato come accendere un cerino in un pagliaio: quella delibera della giunta regionale l’abbiamo riletta due volte, non volevamo credere che dalla Regione Lombardia potesse arrivarci una richiesta così folle».

Luca Degani è il presidente di Uneba Lombardia, l’associazione di categoria che mette insieme circa 400 case di riposo lombarde. La sua è un’accusa precisa di cui dà conto in un'intervista a Il Quotidiano del Sud. Tira in ballo le responsabilità dell’assessore alla Sanità Giulio Gallera e del presidente Attilio Fontana. Altri direttori e altri responsabili di Rsa hanno scelto il silenzio o si sono rifugiati nella retorica del lutto. Una forma di protezione dal dolore. Che accomuna tutti, infermieri, medici, personale. Nel tempo si erano stabiliti legami non solo professionali. C’è chi, a causa del Coronavirus, ha perso pazienti, chi amici, chi colleghi.

«Dipendiamo per un buon 30% dai finanziamenti della Regione -riprende Degani – logico che molti abbiano paura di perderli. Non parlano e io li capisco, Ma noi, che facciamo parte del Terzo settore e siamo non profit, certe cose dobbiamo dirle: i nostri ospiti hanno una media di 80 anni, sono persone con pluripatologie. Come potevamo attrezzarci per prendere in carico malati spostati dagli altri ospedali per liberare posti-letto? Ci chiedevano di prendere pazienti a bassa intensità Covid e altri ai quali non era stato fatto alcun tampone. Il virus si stava già diffondendo. Stavamo per barricarci nelle nostre strutture, le visite dei parenti erano già state vietate».

Il fuoco è divampato all’improvviso e l’incendio non si è ancora spento, facendo strage di anziani. Una mattanza tenuta segreta, separata dalla contabilità quotidiana della Protezione civile.

La delibera della giunta Lombarda – la numero XI/2906, 8 marzo 2020 – chiedeva alle Ats, le aziende territoriali della sanità, di individuare nelle case di riposo dedicate agli anziani strutture autonome per assistere pazienti Covid 19 a bassa intensità.

Il presidente di Uneba spiega: «Dopo la delibera abbiamo chiesto chiarimenti, maggior parte delle nostre strutture non hanno dato seguito alla richiesta della regione. Ma c’è chi l’ha fatto e poi si è pentito. Come potevamo accettare malati ai quali non era stato fatto alcun tampone né prima né dopo? Senza dire, che il nostro personale sarebbe stato comunque a rischio. Si sono infettati medici e sanitari in strutture molto più attrezzate della nostra. Non ci hanno dato i dispositivi di protezione ma volevano darci i malati… insomma».

Ipotizzare la presenza di pazienti Covid è ritenuto – si legge nella lettera inviata alla Regione – «estremamente complesso, difficile e potenzialmente rischioso». Le Rsa ospitano, infatti, per lo più anziani che hanno già malattie gravi e conclamate. Che non possono essere più assistiti a domicilio. In totale dispongono di 70mila posti letto, tra privati, (80%), enti vari e strutture pubbliche.

Non tutti, però, purtroppo, hanno detto di no. C’è chi li ha presi i malati. Chi ha rischiato di far entrare il l virus dalla porta principale.

Tutto questo non sarebbe venuto fuori se il direttore sanitario di una Casa di riposo milanese – intervistato da Irene Benassi durante la trasmissione Agorà, su Rai3 – non avesse accennato alla “strana” richiesta della giunta lombarda.

Quando il dietrofront è partito era ormai troppo tardi, «la necessità di liberare rapidamente posti letto di Terapia Intensiva e Sub Intensiva e in regime di ricovero ordinario degli ospedali per acuti» – come si legge nella delibera, ha prevalso su tutto. Forse anche sul più comune buon senso.

In molte case di riposo lombarde ancora si aspettano le mascherine. C’è chi ha provato a ordinarle senza aspettare la Regione e la Protezione civile. È riuscito a ottenerle camuffando l’ordine d’acquisto e la bolla di accompagnamento per evitare il sequestro e i controlli in dogana! Mascherine provenienti dall’Azerbaijan ma in realtà prodotte in Cina e spacciate per tessuti: cosa bisogna fare per salvarsi la vita. 

Tratto da: http://www.vita.it/it/article/2020/04/04/la-denuncia-di-uneba-cosi-in-lombardia-si-e-acceso-il-fuoco-nelle-rsa/154874/




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