Francesco Angelillo, recentemente designato alla presidenza della Società italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica (SItI), ricorda a questo proposito che «l’introduzione nel luglio 2017 della legge sull’obbligo vaccinale, se da un lato ha comportato un notevole incremento delle coperture, dall’altro ha sovraccaricato i servizi vaccinali regionali che hanno potuto destinare poco tempo e risorse a quelle che sono conosciute come “attività supplementari di immunizzazione”. Queste, rivolte ai gruppi di popolazione suscettibili e ad alto rischio, quali gli operatori sanitari, dovrebbero, invece, essere intraprese in via prioritaria proprio per raggiungere gli obiettivi di eliminazione del morbillo».
Angelillo, che è Ordinario di Igiene alla Seconda Università di Napoli, riconosce che «il setting ospedaliero svolge una funzione importante nell’epidemiologia delle malattie prevenibili con la vaccinazione e, nel 2017, ha rappresentato il punto di partenza di numerosi focolai epidemici. Questo è accaduto perché operatori sanitari non immuni sono entrati in contatto con un gran numero di pazienti, esponendoli al rischio di gravi complicanze. È di fondamentale importanza, dunque, sensibilizzare gli operatori sanitari sull’importanza delle vaccinazioni per come indicato nel Piano nazionale prevenzione vaccinale 2017-2019: anti-epatite B, anti-influenzale, anti-morbillo, parotite, rosolia (MPR), anti-varicella, anti-pertosse».
Certo, colpisce che, da un sondaggio Simpios, risulta che quasi un professionista della sanità su tre ritiene che i benefici dei vaccini non siano certi. «È allarmante – sostiene Angelillo – che proprio gli operatori sanitari abbiano dubbi circa la sicurezza, l’efficacia e la necessità dei vaccini, atteso che proprio gli operatori sanitari possono rivestire un ruolo chiave nell’accettazione di un programma vaccinale. È di fondamentale importanza, pertanto, rafforzare la loro formazione tecnica e scientifica, affinché siano in grado di fornire informazioni accurate e corrette ai pazienti e alla comunità, e sviluppare capacità comunicative che meglio chiariscano i dubbi sulle vaccinazioni».
Tratto da: http://www.ordinemedicilatina.it/vaccini-solo-il-15-dei-medici-si-immunizza-angelillo-siti-sensibilizzare-operatori-da-doctornews33-del-6-novembre-2018/
Qui troverete il comunicato stampa del sondaggio effettuato dalla SIMPIOS (Società Italiana Multidisciplinare per la Prevenzione delle Infezioni nelle Organizzazioni Sanitarie).
Comunicato stampa - Ci si aspetterebbe che medici, infermieri e altri operatori sanitari fossero i principali paladini delle vaccinazioni, così da difendere se stessi e i loro pazienti dalle malattie infettive.
Invece quasi uno su tre degli intervistati, (circa il 30%) è in disaccordo con l’affermazione secondo cui i benefici dei vaccini sono certi, e teme la possibilità di EFFETTI AVVERSI GRAVI.
- Oltre il 40% degli intervistati non si è sottoposto al richiamo per il tetano negli ultimi 10 anni.
- Il 13% non è vaccinato contro epatite B e morbillo, e il 6% è consapevole di essere suscettibile per non aver neanche mai contratto queste malattie.
- Solo il 31,4% in media dichiara di essersi sottoposto alla vaccinazione antinfluenzale nella stagione appena conclusa: la metà dei medici intervistati e meno di uno su quattro tra infermieri e altri operatori.
Una copertura insufficiente a garantire la continuità del servizio e la sicurezza dei pazienti più fragili, ma che non si DISCOSTA dalla media europea....
Tratto da: http://www.lescienze.it/lanci/2017/03/
Come possiamo leggere il non vaccinarsi è pratica comune di tutti i medici in europa e non solo.
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