Pubblicato il: 08/06/2018
Una volta erano solo carne da cannone, ora anche da obbligatoria iniezione. Nonostante le evidenze scientifiche, giuridiche e politiche, le due impunite per eccellenza, nella solita disattenzione italidiota, hanno sfornato l’ultimo atto liberticida, ovvero il decreto a firma dei ministri uscenti Beatrice Lorenzin e Roberta Pinotti risale al 16 maggio 2018 ed è intitolato “Direttiva tecnica in materia di protocolli sanitari per la somministrazione di profilassi vaccinali al personale militare”.
Aumentando le vaccinazioni si omettono le recenti conclusioni della IV commissione parlamentare, si tralasciano concetti fondamentali come iperimmunizzazione, si dimenticano rischi e pericoli, si ignorano leggi e sentenze dei tribunali sui danni vaccinali, si mettono a rischio migliaia di militari italiani.
Con la sentenza dei 24 gennaio 2014, il giudice della sezione lavoro del tribunale di Ferrara ha condannato il ministero della salute a risarcire la famiglia di Francesco Finessi, militare di leva deceduto a 22 anni per un linfoma Non Hodgkin, riconoscendo un nesso di causalità tra le patologie, anche mortali e le modalità di somministrazione dei vaccini.
Il 19 giugno 2014 il Tar del Friuli ha accolto il ricorso di Andrea Rinaldelli, padre di Francesco Rinaldelli l’alpino di Potenza Picena, scomparso nel 2008 all’età di 26 anni, a causa di un linfoma di Hodgkin, sviluppatosi quando prestava servizio al petrolchimico di Porto Marghera nell’ambito della cosiddetta missione Domino, ovvero presso un sito altamente inquinato, dove, a causa di bonifiche si erano verificate importanti emissioni di diossina. Il giudice ha di fatto cancellato il diniego proveniente dal comitato di verifica dei Ministero della Difesa, chiedendo un riesame sulla base delle argomentazioni presentate dai ricorrenti. Queste riguardano, specificatamente, la correlazione tra le somministrazioni dei vaccini senza adeguate anamnesi e senza rispettare i protocolli e la complessa questione dei servizio prestato al petrolchimico. Lo stesso Tar ha infine considerato carente la valutazione dei ministero della Difesa, in quanto risulta, anche da uno studio scientifico condotto per conto dei ministero della Difesa da istituzioni civili (Progetto Signum), l’esigenza di approfondire, nella ricerca delle origini di alcune patologie particolarmente diffuse nel personale militare, anche alcune variabili emerse nel corso dello studio stesso, tra le quali, in particolare, il carico vaccinale, associato a condizioni di impiego operativo caratterizzate da un elevato livello di stress.
Anche la Corte di appello di Lecce ha condannato il Ministero della salute a risarcire la famiglia di Fabio, militare morto nel 2002 di leucemia. Le valutazioni sul possibile ruolo delle modalità di effettuazione dei vaccini come fattore capace di determinare o codeterminare patologie, in particolare tumorali, risalgono anche ai lavori delle passate tre Commissioni parlamentari d’inchiesta, in particolare grazie unicamente al lavoro di ricerca del professor Franco Nobile (scomparso prematuramente il 5 ottobre 2017), sull’uranio sporco, da cui ha preso il via l’applicazione reale del principio dei consenso informato.
Non è stata messa in discussione la funzione storica delle vaccinazioni come strumento essenziale per il contenimento e l’eradicamento di alcune gravi malattie infettive, ma viene esercitata la massima attenzione rispetto ai possibili effetti di somministrazione multiple in tempi ravvicinati, specialmente al personale militare destinato a missioni, sia in Italia che fuori dal territorio nazionale; alla completezza dell’anamnesi vaccinale; all’acquisizione del consenso informato, all’osservanza dei protocolli vaccinali dettati dall’Amministrazione della difesa e validati da quella della salute, così come raccomandato anche nella relazione conclusiva della Commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito, per altro richiamato anche nel protocollo Difesan.
A proposito: a quali conclusioni siano arrivati i lavori del Gruppo interforze sull’aggiornamento della direttiva tecnica per l’applicazione dei decreto 31 marzo 2003 sulle procedure vaccinali? Perché non si concretizza un intervento normativo, anche temporalmente circoscritto, per estendere i benefici di cui all’articolo 1, comma 564, della legge numero 266 del 2005, alle «gravi patologie che determinano l’impossibilità permanente a svolgere qualsiasi attività lavorativa, ovvero il decesso, del militare», che si sia manifestato, in occasione o entro cinque anni dalla somministrazione di farmaci/vaccini per immunochemioprofilassi previsti dalle disposizioni vigenti?
Infine: quando saranno processate Beatrice Lorenzin, Roberta Pinotti, inclusi tutti quelli che hanno resi obbligatori tanti vaccini per tanti grandi e piccini? Saranno mai abrogate le norme liberticide? C'è un giudice almeno a Berlino?
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