1. Campione
L’analisi si basa su un campione di 10.026 pazienti deceduti e positivi a COVID-19 in Italia.
L’analisi si basa su un campione di 10.026 pazienti deceduti e positivi a COVID-19 in Italia.
Distribuzione geografica dei decessi
2. Dati demografici
L’età media dei pazienti deceduti e positivi a COVID-19 è 78 anni (mediana 79, range 26-100, Range InterQuartile - IQR 73-85). Le donne sono 3088 (30,8%). Per 2 pazienti il dato dell’età non era disponibile. L’età mediana dei pazienti deceduti positivi a COVID-19 è più alta di oltre 15 anni rispetto a quella dei pazienti che hanno contratto l’infezione (età mediane: pazienti deceduti 79 anni - pazienti con infezione 62 anni). Il grafico mostra il numero dei decessi per fascia di età. Le donne decedute dopo aver contratto infezione da COVID-19 hanno un’età più alta rispetto agli uomini (età mediane: donne 82 - uomini 78).
L’età media dei pazienti deceduti e positivi a COVID-19 è 78 anni (mediana 79, range 26-100, Range InterQuartile - IQR 73-85). Le donne sono 3088 (30,8%). Per 2 pazienti il dato dell’età non era disponibile. L’età mediana dei pazienti deceduti positivi a COVID-19 è più alta di oltre 15 anni rispetto a quella dei pazienti che hanno contratto l’infezione (età mediane: pazienti deceduti 79 anni - pazienti con infezione 62 anni). Il grafico mostra il numero dei decessi per fascia di età. Le donne decedute dopo aver contratto infezione da COVID-19 hanno un’età più alta rispetto agli uomini (età mediane: donne 82 - uomini 78).
Numero di decessi per fascia di età
3. Patologie pre-esistenti
Il grafico presenta le più comuni patologie croniche pre-esistenti (diagnosticate prima di contrarre l’infezione da SARS-CoV-2) nei pazienti deceduti. Questo dato è stato ottenuto in 909 deceduti per i quali è stato possibile analizzare le cartelle cliniche del ricovero ospedaliero. Il numero medio di patologie osservate in questa popolazione è di 2,7 (mediana 3, Deviazione Standard 1,6). Complessivamente, 19 pazienti (2,1% del campione) presentavano 0 patologie, 197 (21,6%) presentavano 1 patologia, 223 presentavano 2 patologie (24,5%) e 470 (51,7%) presentavano 3 o più patologie. Prima del ricovero in ospedale, il 28% dei pazienti deceduti COVID-19 positivi seguiva una terapia con ACE-inibitori e il 16% una terapia con Sartani (bloccanti del recettore per l'angiotensina).
Il grafico presenta le più comuni patologie croniche pre-esistenti (diagnosticate prima di contrarre l’infezione da SARS-CoV-2) nei pazienti deceduti. Questo dato è stato ottenuto in 909 deceduti per i quali è stato possibile analizzare le cartelle cliniche del ricovero ospedaliero. Il numero medio di patologie osservate in questa popolazione è di 2,7 (mediana 3, Deviazione Standard 1,6). Complessivamente, 19 pazienti (2,1% del campione) presentavano 0 patologie, 197 (21,6%) presentavano 1 patologia, 223 presentavano 2 patologie (24,5%) e 470 (51,7%) presentavano 3 o più patologie. Prima del ricovero in ospedale, il 28% dei pazienti deceduti COVID-19 positivi seguiva una terapia con ACE-inibitori e il 16% una terapia con Sartani (bloccanti del recettore per l'angiotensina).
Numero di patologie
Patologie più comuni osservate
4. Diagnosi di ricovero
Nelle 94,9% delle diagnosi di ricovero sono menzionate condizioni (per esempio polmonite, insufficienza respiratoria) o sintomi (per esempio, febbre, dispnea, tosse) compatibili con COVID-19. In 46 casi (5,1% dei casi) la diagnosi di ricovero non è da correlarsi all’infezione. In 7 casi la diagnosi di ricovero riguarda esclusivamente patologie neoplastiche, in 18 casi patologie cardiovascolari (per esempio infarto miocardico acuto, scompenso cardiaco, ictus), in 11 casi patologie gastrointestinali (per esempio colecistite, perforazione intestinale, occlusione intestinale, cirrosi), in 10 casi altre patologie.
Nelle 94,9% delle diagnosi di ricovero sono menzionate condizioni (per esempio polmonite, insufficienza respiratoria) o sintomi (per esempio, febbre, dispnea, tosse) compatibili con COVID-19. In 46 casi (5,1% dei casi) la diagnosi di ricovero non è da correlarsi all’infezione. In 7 casi la diagnosi di ricovero riguarda esclusivamente patologie neoplastiche, in 18 casi patologie cardiovascolari (per esempio infarto miocardico acuto, scompenso cardiaco, ictus), in 11 casi patologie gastrointestinali (per esempio colecistite, perforazione intestinale, occlusione intestinale, cirrosi), in 10 casi altre patologie.
5. Sintomi
Il grafico mostra i sintomi più comunemente osservati prima del ricovero. Febbre, dispnea e tosse rappresentano i sintomi più comuni. Meno frequenti sono diarrea e emottisi. Il 6,0% delle persone non presentava alcun sintomo al momento del ricovero.
Il grafico mostra i sintomi più comunemente osservati prima del ricovero. Febbre, dispnea e tosse rappresentano i sintomi più comuni. Meno frequenti sono diarrea e emottisi. Il 6,0% delle persone non presentava alcun sintomo al momento del ricovero.
Sintomi più comuni
6. Complicanze
L’insufficienza respiratoria è stata la complicanza più comunemente osservata in questo campione (96,5% dei casi), seguita da danno renale acuto (25,7%), danno miocardico acuto (11,6%) e sovrainfezione (11,2%).
L’insufficienza respiratoria è stata la complicanza più comunemente osservata in questo campione (96,5% dei casi), seguita da danno renale acuto (25,7%), danno miocardico acuto (11,6%) e sovrainfezione (11,2%).
Complicanza più comunemente osservata
7. Terapie
La terapia antibiotica è stata comunemente utilizzata nel corso del ricovero (86% dei casi), meno utilizzata quella antivirale (54%), più raramente la terapia steroidea (34%). Il comune utilizzo di terapia antibiotica può essere spiegato dalla presenza di sovrainfezioni oppure è compatibile con inizio terapia empirica in pazienti con polmonite, in attesa di conferma laboratoristica di COVID-19. In 176 casi (19,3%) sono state utilizzate tutte 3 le terapie. All’1,7% dei pazienti deceduti è stato somministrato Tocilizumab durante il ricovero.
La terapia antibiotica è stata comunemente utilizzata nel corso del ricovero (86% dei casi), meno utilizzata quella antivirale (54%), più raramente la terapia steroidea (34%). Il comune utilizzo di terapia antibiotica può essere spiegato dalla presenza di sovrainfezioni oppure è compatibile con inizio terapia empirica in pazienti con polmonite, in attesa di conferma laboratoristica di COVID-19. In 176 casi (19,3%) sono state utilizzate tutte 3 le terapie. All’1,7% dei pazienti deceduti è stato somministrato Tocilizumab durante il ricovero.
8. Tempi
Il grafico mostra i tempi mediani (in giorni) che trascorrono dall’insorgenza dei sintomi al decesso (9 giorni), dall’insorgenza dei sintomi al ricovero in ospedale (4 giorni) e dal ricovero in ospedale al decesso (5 giorni). Il tempo intercorso dal ricovero in ospedale al decesso è di 2 giorni più lungo in coloro che sono stati trasferiti in rianimazione rispetto a quelli che non sono trasferiti (6 giorni contro 4 giorni).
Il grafico mostra i tempi mediani (in giorni) che trascorrono dall’insorgenza dei sintomi al decesso (9 giorni), dall’insorgenza dei sintomi al ricovero in ospedale (4 giorni) e dal ricovero in ospedale al decesso (5 giorni). Il tempo intercorso dal ricovero in ospedale al decesso è di 2 giorni più lungo in coloro che sono stati trasferiti in rianimazione rispetto a quelli che non sono trasferiti (6 giorni contro 4 giorni).
Mediane dei tempi di ricovero
9. Decessi in pazienti con meno di 50 anni
Al 30 marzo sono 112 dei 10.026 (1,1%) pazienti deceduti COVID-19 positivi di età inferiore ai 50 anni. In particolare, 23 di questi avevano meno di 40 (19 persone di sesso maschile e 4 di sesso femminile con età compresa tra i 26 e i 39 anni). Di 2 pazienti di età inferiore ai 40 anni non sono disponibili informazioni cliniche, gli altri 15 presentavano gravi patologie pre-esistenti (patologie cardiovascolari, renali, psichiatriche, diabete, obesità) e in 6 non sono state diagnosticate patologie di rilievo.
Link: https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-decessi-italia
Al 30 marzo sono 112 dei 10.026 (1,1%) pazienti deceduti COVID-19 positivi di età inferiore ai 50 anni. In particolare, 23 di questi avevano meno di 40 (19 persone di sesso maschile e 4 di sesso femminile con età compresa tra i 26 e i 39 anni). Di 2 pazienti di età inferiore ai 40 anni non sono disponibili informazioni cliniche, gli altri 15 presentavano gravi patologie pre-esistenti (patologie cardiovascolari, renali, psichiatriche, diabete, obesità) e in 6 non sono state diagnosticate patologie di rilievo.
Pdf: https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/bollettino/Report-COVID-2019_30_marzo.pdf
L’età media dei pazienti deceduti e positivi a COVID-19 è 78 anni. La terapia antibiotica è stata comunemente
utilizzata nel corso del ricovero (86% dei casi),
meno utilizzata quella antivirale (54%), più
raramente la terapia steroidea (34%). Il comune
utilizzo di terapia antibiotica può essere spiegato
dalla presenza di sovrainfezioni oppure è
compatibile con inizio terapia empirica in pazienti
con polmonite, in attesa di conferma laboratoristica
di COVID-19. In 176 casi (19,3%) sono state
utilizzate tutte 3 le terapie. All’1,7% dei pazienti
deceduti è stato somministrato Tocilizumab
durante il ricovero.
Poi leggiamo
http://www.emro.who.int/press-releases/2013/corona-virus-who-saudi-arabia-mission.html |
Capito ma gli Italiani sono impegnati a casa a farsi terrorizzare dai media e dalle istituzioni pregando con il pensiero di morire domani, mentre ancora ad oggi non abbiamo il numero effettivo dei morti...
Forse perchè sanno bene che la maggior parte delle morti CON coronavirus pesa sulla coscienza delle istituzioni e di una sanità ridotta all'osso che ormai vive di protocolli e non su quella del virus. Lo spiegato bene nei post precedenti, ma nonostante tutto c'è chi ancora insiste a dire che è stato il virus, allora analizziamo questi dati
https://www.corriere.it/salute/malattie_infettive/20_marzo_30/coronavirus-italia-101739-casi-positivi-11591-morti-bollettino-30-marzo-d6be2eb6-729a-11ea-bc49-338bb9c7b205.shtml |
https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/20_marzo_30/coronavirus-lombardia-dati-30-marzo-42161-casi-positivi-6818-morti-c956493c-727e-11ea-bc49-338bb9c7b205.shtml |
Allora analizziamo nel mondo aggiornati al 30 marzo 2020 abbiamo 748788 infetti con 36341 decessi.
Cioè l'Italia con con il 13% degli infetti riporta il 32% dei decessi nel mondo. La Lombardia con il 6% degli infetti riporta il 19% dei decessi nel mondo.
USA infetti 142106 e 2479 decessi
Germania infetti 62526 e 557 decessi
Ma in questo paese è rimasto qualcuno che si fa due domande? Come è possibile tutto ciò?
Qualcuno ha manipolato i dati?
Si tipo le regioni che inseriscono molto facilmente causa "decesso CON coronavirus".
Qualcuno ha gestito male la cosa e molti di questi pazienti si sono infettati e morti negli ospedali?
Si ci sono tutti documenti che provano che i medici lavoravano senza protezioni di conseguenza hanno infettato tutta la struttura. Come hanno denunciato i medici di Bergamo l'epidemia è andata fuori controllo e i pazienti anziani venivano lasciati morire da soli nei corridoi.
Certo con il terrore che spargono è normale che le masse pensino al virus, ma i loro carnefici sono coloro che da anni hanno svenduto e stuprato il nostro paese. Lo continueranno a fare molto meglio ora che tutti sono impegnati a pensare al virus, ma quando gli italiani si risveglieranno dal torpore ,avranno perso ogni libertà insieme alla dignità di essere umano.
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