martedì 5 marzo 2019

Studio del sovraccarico del sistema immunitario indotto da vaccino e della conseguente diffusione della sindrome metabolica e del diabete di tipo 1 e spiegazione dei recenti rapidi aumenti del rischio di prediabete e di altre malattie immunomediate


Diversi studi mettono in correlazione le vaccinazioni con l’incremento delle malattie autoimmuni. Lo studio che abbiamo tradotto sostiene che l’aumento della diffusione delle malattie infiammatorie è andata di pari passo con l’aumento delle vaccinazioni. Si afferma che molti studi hanno ampiamente evidenziato la correlazione tra il sovraccarico immunitario indotto dai vaccini e l’aumento del diabete di tipo 1. Dati più recenti indicano che l’obesità, il diabete di tipo 2 e altri elementi della sindrome metabolica sono fortemente associati alle vaccinazioni eseguite e potrebbero essere manifestazioni di un circuito a feedback negativo del sistema immunitario che reagisce così al sovraccarico immunitario. La teoria del sovraccarico immunitario indotto da vaccino offre una spiegazione alle osservazioni che hanno smentito molte ipotesi concorrenti in un contesto in cui la diffusione del diabete/prediabete sta crescendo velocemente mentre la prevalenza dell’obesità si è stabilizzata.


Naturalmente, lo scriviamo per chi ha difficoltà di lettura e facilità di polemica, non stiamo sostenendo che le vaccinazioni provochino le malattie suddette, ma che questa è un’ipotesi di lavoro presente nella letteratura scientifica, di cui tanti ignorano l’esistenza.


Studio del sovraccarico del sistema immunitario indotto da vaccino e della conseguente diffusione della sindrome metabolica e del diabete di tipo 1 e spiegazione dei recenti rapidi aumenti del rischio di prediabete e di altre malattie immunomediate
J Barthelow Classen, J Mol Genet Med 2014, S1:025
http://dx.doi.org/10.4172/1747-0862.S1-025

Traduzione a cura della Dr.ssa Valeria Bianchi

Introduzione

Venti anni fa era stato predetto che un aumento massiccio delle vaccinazioni avrebbe causato un altrettanto aumento massiccio nella popolazione di malattie croniche correlate al sistema immunitario come il diabete di tipo 1, malattie autoimmuni e asma [1]. L’aumento massiccio dell’immunizzazione è avvenuta. Negli Stati Uniti dal 1999 i bambini ricevono di routine oltre 80 vaccini aggiuntivi durante l’infanzia, come spiegato di seguito. L’aumento dell’immunizzazione è stata seguita da un aumento enorme di disordini associati a patologie infiammatorie. Malattie come autismo, diabete di tipo 1, asma, allergie alimentari, molte malattie autoimmuni, obesità, diabete di tipo 2, steatoepatite non alcolica (NASH) e sindrome metabolica sono aumentate notevolmente nei bambini. Il presente documento descrive come la teoria del sovraccarico immunitario indotto da vaccino possa fornire una spiegazione a molte osservazioni sulle variazioni dell’insorgenza delle malattie.

Sono state avanzate molte ipotesi per trovare spiegazioni alternative alla diffusione di queste malattie, ad esempio l’ipotesi igienica per le malattie autoimmuni e la cattiva alimentazione o il diminuito esercizio fisico per la diffusione dell’obesità, ma queste ipotesi non spiegano sufficientemente le recenti variazioni nei tassi di queste malattie. Ad esempio, la prevalenza di obesità nei bambini statunitensi si è stabilizzata mentre persistono i fattori di rischio quali cibo spazzatura e scarsa attività fisica, mentre la diffusione di malattie autoimmuni continua ad aumentare in un momento in cui il fattore igienico non sembra aver subito variazioni.

Recenti pubblicazioni hanno dimostrato che i vaccini sono responsabili della diffusione di malattie autoimmuni, del diabete di tipo 1 così come della diffusione del diabete di tipo 2, dell’obesità e della sindrome metabolica [2]. Il problema principale dei vaccini è il concetto dell’”unica soluzione valida per tutti”. I foglietti illustrativi della maggior parte dei vaccini raccomandano un dosaggio in base all’età.  Perché un vaccino abbia successo a livello commerciale, deve indurre una risposta immunitaria protettiva in oltre il 90% dei bambini e perché questo accada, una dose, in base all’età, deve stimolare una risposta immunitaria protettiva nei soggetti con il sistema immunitario più debole. Nel fare questo, l’altro 90% o più dei bambini verrà sottoposto a una iperstimolazione del sistema immunitario. Il processo di iperstimolazione del sistema immunitario aumenta il rischio di malattie infiammatorie come le malattie autoimmuni e le allergie. La manifestazione clinica della malattia dipende dalla risposta di un soggetto all’infiammazione come già studiato in precedenza [3]. L’infiammazione comporta il rilascio di citochine che possono innescare le malattie autoimmuni ma anche stimolare la produzione di cortisolo, il principale circuito a feedback negativo del sistema immunitario. Secondo la teoria, la produzione di cortisolo indotta dall’infiammazione varia in base alla razza [3] per la presenza di geni che alterano la produzione di cortisolo. I soggetti che producono una gran quantità di cortisolo in risposta all’infiammazione hanno la tendenza a sviluppare una risposta simil-cushingoide che include obesità, insulino-resistenza/diabete di tipo 2, ipertensione e dislipidemia (sindrome metabolica).

È stato dimostrato che i vaccini causano il diabete di tipo 1. I dati provenienti da un ampio studio clinico prospettico sul vaccino anti-Haemophilus B [4] e dati epidemiologici [5] dimostrano che i vaccini sono uno dei principali agenti eziologici del diabete di tipo 1. I dati sperimentali convalidano un modello di tossicità esplorato sugli animali [4]. I risultati sono stati verificati da altri studiosi [6]. È stato ripetutamente dimostrato che l’interruzione delle vaccinazioni è stata seguita da diminuzione dei tassi di incidenza del diabete di tipo 1 [5,7]. Di recente è stata riesaminata la prova scientifica che i vaccini causino il diabete di tipo 2, l’obesità e la sindrome metabolica [2]. Tale prova include l’osservazione che l’interruzione della vaccinazione antitubercolare (BCG) in età scolare in Giappone è stata seguita da un decremento del diabete di tipo 2 nei bambini giapponesi [8].

Dal 1999 il programma di immunizzazione pediatrica di routine [9,10] ha previsto sino a 80 somministrazioni vaccinali. Questo numero deriva dal fatto che i vaccini multivalenti contengono vaccini specifici per ogni singolo ceppo.   Sono stati aggiunti i seguenti: pneumococco (13- valente), meningococco (quadrivalente), papillomavirus umano (quadrivalente), epatite     A (monovalente), rotatavirus (ulteriore quadrivalente), influenza (trivalente all’anno per 18 anni=54).

Mancata correlazione tra la diffusione del diabete e la stabilizzazione della prevalenza di obesità

La teoria del sovraccarico immunitario indotto da vaccino spiega l’aumento della diffusione del diabete in un periodo in cui assistiamo all’arresto della diffusione dell’obesità. I dati degli Stati Uniti mostrano che la diffusione dell’obesità in bambini di età compresa tra 12 e 19 anni si è arrestata [11]; tuttavia, durante un periodo in cui non vi è stato un aumento dell’obesità nei bambini di 12-19 anni, l’incidenza del diabete è aumentata dal 9% al 23%. Secondo un’ipotesi alternativa, l’obesità stava causando la diffusione di diabete e non ci si aspettava un aumento del diabete o prediabete con tassi di obesità costanti. La teoria del sovraccarico immunitario indotto da vaccino spiega però questa osservazione. Secondo questa teoria, la diffusione dell’obesità è stata causata dalla risposta alla stimolazione immunitaria e alla risultante produzione di cortisolo del circuito a feedback negativo del sistema immunitario [2,3,12,13].  Poiché il numero dei vaccini è aumentato, il loop a feedback negativo ha raggiunto il suo picco e i tassi di obesità si sono stabilizzati. A quel punto, a un’ulteriore stimolazione immunitaria indotta da vaccino non è corrisposto un aumento del feedback negativo e la diffusione del diabete (danno delle cellule pancreatiche indotto da infiammazione) è aumentata.

Mancata correlazione tra la diffusione di diabete e altre componenti della sindrome metabolica

Come precedentemente osservato, i dati dei bambini di età compresa tra 12 e 19 anni hanno mostrato un aumento dei tassi di obesità dal 18% al 20% (non statisticamente significativo) mentre l’incidenza del diabete/prediabete è passata dal 9% al 23% dagli anni 1999-2000 al 2007-2008 [11]. Durante questo periodo, altre componenti della sindrome metabolica non hanno subito aumenti e non vi è stato alcun aumento nell’ipertensione o diminuzione nel livello dell’HDL. I livelli di LDL non sono aumentati. Tali risultati possono essere spiegati con la teoria del sovraccarico immunitario indotto da vaccino. Il circuito a feedback negativo che comprende la produzione di cortisolo ha raggiunto il suo picco e un’ulteriore stimolazione immunitaria ha portato alla distruzione immunitaria delle cellule pancreatiche, in modo simile a ciò che accade nel diabete di tipo 1, senza aumenti di sintomi coerenti con un’aumentata produzione di cortisolo, obesità, ipertensione, dislipidemia.

Diabete di tipo 1.5 nei bambini, diabete doppio

Si è verificato un recente aumento nella diagnosi di bambini con caratteristiche di diabete sia di tipo 1 che di tipo 2 [14], una condizione chiamata diabete doppio o diabete di tipo 1.5. Si tratta di una nuova condizione che viene diagnosticata molto più frequentemente anche negli adulti ed è chiamata LADA (latent autoimmune diabetes in adults) così come il diabete di tipo 1.5. La teoria del sovraccarico immunitario spiega la prevalenza crescente di questa condizione. In condizioni di bassi livelli di vaccinazione e scarsa stimolazione immunitaria, i soggetti che sviluppano il diabete autoimmune di tipo 1 includono quelli con una bassa risposta di cortisolo all’infiammazione mentre i soggetti che sviluppano il diabete/la sindrome metabolica di tipo II includono quelli con una risposta di cortisolo molto alta all’infiammazione [3]. Poiché un crescente numero di vaccini aumenta l’infiammazione, i soggetti con una moderata risposta di cortisolo all’infiammazione sviluppano il diabete. Negli individui con una moderata risposta di cortisolo, non viene prodotto abbastanza cortisolo per prevenire la distruzione delle cellule pancreatiche indotta dall’infiammazione, diabete di tipo 1; tuttavia, viene prodotto abbastanza cortisolo per sviluppare insulino-resistenza e sintomi del diabete di tipo 2.

Diminuzione dell’importanza di MHC ad alto rischio nello sviluppo del diabete di tipo 1

È stato dimostrato che con il passare del tempo e l’aumento della diffusione del diabete di tipo 1, la proporzione dei bambini con genotipi MHC ad alto rischio per diabete di tipo 1 sta diminuendo [15]. Ciò può essere spiegato dal sovraccarico immunitario indotto da vaccino. Quando il livello di infiammazione di fondo nella popolazione è basso, gli individui con geni ad alto rischio presentano una maggiore probabilità di sviluppare il diabete di tipo 1. In un ambiente in cui il livello di infiammazione di fondo della popolazione è elevato, a causa dell’eccessiva immunizzazione, i genotipi MHC ad alto rischio sono meno importanti per lo sviluppo della malattia poiché citochine elevate e cellule immunitarie attivate sono le determinanti fondamentali della malattia.



Diffusione della NASH

La NASH è una malattia relativamente nuova. Descritta per la prima volta nel 1979-1980, è un tipo di malattia caratterizzata dall’accumulo di grasso nel fegato. In un esame autoptico su bambini deceduti tra il 1993 e il 2003, si è dimostrato che la NASH interessava il 3% dei bambini [16]. Lo studio indicava che la malattia del fegato grasso era stata trovata nel 38% di bambini obesi e nel 5% di bambini normopeso. Un recente studio ha indicato che la percentuale di bambini tra 12 e 19 anni con enzimi epatici elevati, sono aumentati dal 3,9% del periodo 1988-1994 al 10,7% nel periodo 2007-2010 [17]. Sebbene non siano stati eseguiti studi epidemiologici diretti tra la NASH e i vaccini, tale diffusione può essere spiegata con l’aumento dell’infiammazione indotta da vaccino e il diabete indotto da vaccino. La NASH è una malattia considerata multifattoriale. Un fattore predisponente è il diabete che, come spiegato precedentemente, è causato dai vaccini. Un altro fattore sono le citochine [18] anch’esse determinate dall’infiammazione indotta da vaccino [2].

Diffusione parallela di malattie infiammatorie

La teoria del sovraccarico immunitario indotto da vaccino spiega la diffusione parallela di molteplici malattie autoimmuni diverse tra loro. È ben noto che la patofisiologia è condivisa in molte malattie autoimmuni e infiammatorie. I pazienti con malattia autoimmune presentano spesso più di una malattia autoimmune o hanno una storia familiare di molteplici e diverse malattie autoimmuni. Non sorprende quindi che molte malattie infiammatorie siano in aumento insieme al diabete di tipo 1. Un’ampia varietà di malattie sembra stia aumentando tra i bambini. Non vi sono dati sufficienti per sapere se la prevalenza della maggioranza delle malattie infiammatorie sia in aumento ma, dato il numero e la varietà delle malattie che sono registrate in aumento nei bambini, è probabile che ne stiano aumentando molte altre.

Studi epidemiologici mostrano uno stretto legame tra il diabete di tipo 1 e altre malattie immunitarie. Il diabete di tipo 1 è fortemente correlato con altre malattie autoimmuni nella sindrome autoimmune poli ghiandolare di tipo II [19]. In questa sindrome, il 52% dei pazienti è affetto da diabete mellito, il 69% da una malattia tiroidea autoimmune e il 100% dalla malattia di Addison. I pazienti con diabete di tipo 1 e i loro parenti stretti presentano un rischio maggiore di malattie autoimmuni organo specifiche [20]. Alcuni dei dati epidemiologici provengono da studi su famiglie in cui diversi membri presentano una malattia autoimmune. Gli studi familiari indicano che il diabete di tipo 1 è collegato allo sviluppo di varie malattie autoimmuni incluse le malattie autoimmuni organo specifiche e le malattie reumatoidi. Parenti stretti dei pazienti con diabete di tipo 1 presentano un rischio aumentato per un’ampia varietà di diversi autoanticorpi [21,22]. È stato dimostrato che a seconda della famiglia, il diabete di tipo 1 è collegato con un aumentato rischio di malattia autoimmune organo specifica o di una malattia reumatoide [23]. Un ampio studio dei Mennoniti ha mostrato un legame tra il diabete di tipo 1 e altre malattie autoimmuni incluse le malattie organo specifiche e reumatoide [24].

La stimolazione immunitaria con interferone alfa aumenta il rischio di diabete di tipo 1 e di un’ampia varietà di altre malattie autoimmuni. L’interferone alfa viene somministrato per il trattamento dell’epatite virale e del cancro. È stato ripetutamente riportato che l’interferone alfa causa il diabete di tipo 1 negli umani [25-28]. Uno dei 40 pazienti riceventi l’interferone alfa in uno studio giapponese ha sviluppato gli anticorpi anti-cellule delle isole pancreatiche [28]. Uno studio italiano ha evidenziato che 14 degli 11.241 pazienti riceventi l’interferone alfa ha sviluppato il diabete mellito [29]. L’interferone alfa aumenta anche il rischio di malattie autoimmuni organo specifiche come la tiroidite e le malattie reumatiche autoimmuni come la SLE, l’artrite reumatoide, la psoriasi e il sarcoide [30]. È stato riportato che a seguito di somministrazione di interferone alfa, lo stesso paziente ha sviluppato sia la malattia reumatoide che la malattia autoimmune organo specifica [31,32].

È un dato ampiamente accettato che la diagnosi di autismo sia in forte aumento. Molti casi di autismo presentano una forte componente infiammatoria e la diffusione è già stata collegata al sovraccarico indotto da vaccino [33]. L’autismo è collegato sotto il profilo epidemiologico al diabete e i soggetti affetti da autismo presentano una storia familiare di aumentato rischio per malattie autoimmuni. La sindrome da deficit di attenzione è ampiamente diffusa e collegata sotto il profilo epidemiologico a un aumentato rischio di disordini immunitari [34].

Oltre al diabete, stanno aumentando molte malattie infiammatorie immuno-mediate. L’incidenza della psoriasi è raddoppiata nei bambini [35]. È anche aumentata la vasculite autoimmune associata alla presenza di anticorpi anti-citoplasma dei neutrofili che provoca danno renale [36]. Si è registrato un aumento della granulomatosi di Wegener nei bambini [37] e anche le malattie infiammatorie corniche intestinali sono in rapido aumento nei bambini [38].

I dati indicano che i vaccini possono agire per sensibilizzare i riceventi agli antigeni ambientali. Il CDC [39] ha riscontrato che i vaccini contro l’Haemophilus influenzae di tipo b e l’epatite b sono associati a un aumentato rischio di asma Il rischio è 1.18 (da 1.02 a 1.36) per il primo e 1.20 (da 1.13 a 1.27) per il secondo. Non sorprende quindi che vi sia un aumento nella disreattività agli allergeni alimentari [40]. L’allergia alle arachidi è triplicata nei bambini dal 1997 [41]. Sono cresciute sostanzialmente anche le malattie alimentari immuno-mediate e la celiachia [42].

Conclusione

Si è verificato un notevole incremento delle malattie infiammatorie che è andato di pari passo con l’aumento dello stimolo immunitario iatrogeno prodotto dai vaccini. La diffusione del diabete/prediabete sembra in forte aumento in un periodo in cui la prevalenza dell’obesità si è stabilizzata, a indicare che il sistema a feedback negativo del sistema immunitario è stato sopraffatto. La teoria del sovraccarico immunitario indotto da vaccino può spiegare le osservazioni che hanno smentito molte ipotesi concorrenti. Sfortunatamente gli studi prospettici controllati dei vaccini eseguiti per l’autorizzazione in commercio sono troppo piccoli, troppo brevi nella durata o non controllati in modo appropriato (uso di altri vaccini come controlli) per studiare in modo appropriato la relazione tra i vaccini e la diffusione di queste malattie; la maggior parte degli studi epidemiologici eseguiti dopo l’autorizzazione in commercio dei vaccini presentano le stesse carenze. Le conclusioni del presente studio si basano sui dati di un unico studio clinico, sugli studi tossicologici su animali e sugli studi epidemiologici. Sebbene fosse auspicabile disporre di più dati di studi clinici, l’industria farmaceutica e lo Stato sono stati riluttanti a fornire tali informazioni. Tuttavia, le conclusioni riguardanti la tossicità di molti agenti, tra cui le sigarette e l’amianto, sono state tratte senza dati di studi clinici. L’autore ritiene che la somma dei dati descritti e rivisti in questo documento supporti una relazione causale.

Ringraziamenti/Conflitti d’interesse

L’autore è in possesso di brevetti relative a metodi per testare vaccini e la loro capacità di causare il diabete e metodi per prevenire il diabete.

Tratto da: http://www.assis.it/studio-del-sovraccarico-del-sistema-immunitario-indotto-vaccino-della-conseguente-diffusione-della-sindrome-metabolica-del-diabete-tipo-1-spiegazione-dei-recenti-rapidi-aumenti-del-risch/

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