Contagiato dal vaccino somministrato al figlio: maxi risarcimento dopo 50 anni agli eredi per danno da vaccino
Maxi risarcimento ai figli di un padre contagiato negli anni '70 dal vaccino antipoliomelitico somministrato al figlio di appena 3 mesi
Pur non essendo piu' il vaccino Sabin utilizzato attualmente, appare interessante riportare le due pronuncie sotto indicate in cui il Tribunale di Bologna, ha condannato il Ministero della Salute a risarcire iure hereditatis i tre figli di un soggetto contagiato dal vaccino antipoliomelitico somministrato ad uno dei tre negli anni '70. Con sentenza n. 3095/2012 il Tribunale di Bologna all'esito del giudizio promosso da uno dei figli assistito dall'Avv. Alessandra Ronzoni di Parma ha accertato: - che il padre, nel frattempo deceduto, è stato con certezza contaminato dal virus della poliomielite sierotipo 1 a seguito della somministrazione della prima dose vaccinale anti-polio al figlio ricorrente; - che la pratica vaccinale all'epoca obbligatoria era stata effettuata con il vaccino trivalente "Sabin"costituito da virus vivo attenuato, che, una volta eliminato dalll'organismo attraverso le feci, determina contaminazione ambientale con possibilità di contagiare altre persone, specie i conviventi; - che all'epoca tale tipo di conseguenza indiretta era già nota, con conseguente necessità di informare la famiglia o i conviventi del pericolo di contagio e quali provvedimenti assumere per evitarlo; - che non c'erano protocolli veri e propri indirizzzati agli Ufficiali sanitari dei Comuni, cuiera affidato il servizio di vaccinazioni. Il Tribunale di Bologna ha quindi accertato la colpa del Ministero a cui era affidato il compito di provvedere alla salute pubblica e di sovrintendere ad essa emanando le relative istruzioni gestorie in esecuzione dell'attività di controlo/vigilanza, per aver completamente omesso di esplicare tale sua funzione, e lo ha condannato per danni non patrimoniali in capo al de cuius nella misura di € 934.025,43. L'importo riconoscibile al figlio era pari a 2/9 e quindi € 207.561,00. Con ricorso depositato nel 2017 gli altri due figli del soggetto contagiato, sempre assistiti dall'Avv. Ronzoni di Parma, hanno depositato ricorso ex art. 702 bis, in quanto, ai sensi dell'art. 1306 co. 2 c.c. i creditori solidali possono far valere la sentenza contro il debitore. Il Tribunale ha stabilito seguendo il solco di un indirizzo giurisprudenziale orma consolidato (cfr. Cass. 15894/2014) che i crediti del de cuius, a differenza dei debiti, non si ripartiscono tra i coeredi in modo automatico in ragione delle rispettive quote, ma entrano a far parte della comunione ereditaria in confromità dell'art. 727 c.c., che, nel prevedere la fomrazione delle porzioni con inclusione dei crediti, presuppone che gli stessi facciano parte della comunione, nonchè al successivo art. 757 c.c. in forza del quale i crediti ricadono in comunione perchè il corerede vi succede al momento dell'apertura della successione. Tutto ciò considerato, il Tribunale di Bologna con ordinanza depositata il 1/6/2018 nel giudizio RG 2017/5686 ha condannato il Ministero della Salute al pagamento in favore degli altri due figli del de cuius al pagamento a favore di ciascuno della somma di € 221.901,04 oltre alle spese processuali.
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