martedì 18 gennaio 2022

Amnesty all’Italia basta tirannia covid: emergenza deve avere fine, basta discriminare i non vaccinati

 



Le misure adottate dal governo italiano per contrastare l’emergenza sanitaria ormai sono diventate un regime sotto gli occhi di ogni essere senziente infatti sono finite nel mirino dell’organizzazione impegnata nella difesa dei diritti umani Amnesty International: la sezione italiana della stessa, infatti, ha pubblicato ieri un testo in cui esprime la propria posizione critica riguardo alle misure adottate nel nostro Paese, ponendo la lente di ingrandimento in maniera particolare sulla durata dello stato di emergenza e sulla discriminazione riservata ai cittadini non vaccinati.


Nello specifico, per quanto riguarda lo stato di emergenza, recentemente prolungato fino al 31 marzo 2022, Amnesty International Italia «sollecita il governo a riconsiderare attentamente se prorogare la misura oltre tale data, in quanto tutte le misure di carattere emergenziale devono rispondere ai principi di necessità, temporaneità e proporzionalità». Venendo poi al tema vaccini – che recentemente sono stati resi obbligatori per gli over 50 in Italia – la posizione di Amnesty International è la seguente: se da un lato continua a ribadire la necessità che gli stati promuovano una «distribuzione equa e globale dei vaccini» e «riconosce la legittima preoccupazione degli stati di aumentare i tassi di vaccinazione come parte di un’efficace risposta di salute pubblica al Covid-19», dall’altro «non sostiene i mandati di vaccinazione obbligatoria generalizzati ed esorta gli stati a considerare qualsiasi requisito di vaccinazione obbligatoria solo come ultima risorsa e se questi sono strettamente in linea con gli standard internazionali sui diritti umani».


Amnesty dunque sostiene che «gli stati debbano concentrarsi sull’aumento dell’adesione volontaria al vaccino», tuttavia ritiene altresì che l’obbligo di vaccinazione possa in determinate occasioni essere adottato ma che «tutti gli stati devono assicurarsi che qualsiasi proposta in tal senso sia mirata, limitata nel tempo e adottata solo come ultima risorsa» nonché «accompagnata da una logica basata sull’evidenza che spieghi perché l’obiettivo non possa essere raggiunto con misure meno restrittive». Insomma, «ci sono casi in cui l’obbligo di vaccinazione può essere giustificato» tuttavia, oltre a quanto ricordato, esso deve inoltre essere «stabilito dalla legge, ritenuto necessario e proporzionato a uno scopo legittimo legato alla protezione della salute pubblica», ed inoltre vi devono essere anche «garanzie e meccanismi di monitoraggio per assicurare che questi requisiti non si traducano in violazioni dei diritti umani».


Proprio con riferimento ai diritti, poi, l’organizzazione esprime la sua posizione in merito al Green Pass rafforzato introdotto in Italia, ribadendo non solo che debba trattarsi di «un dispositivo limitato nel tempo» ma anche appunto che il governo debba «continuare a garantire che l’intera popolazione possa godere dei suoi diritti fondamentali, come il diritto all’istruzione, al lavoro e alle cure, con particolare attenzione ai pazienti non-Covid che hanno bisogno di interventi urgenti e non devono essere penalizzati». Amnesty International Italia chiede inoltre che «siano previste misure alternative – come l’uso di dispositivi di protezione e di test Covid-19 – per permettere anche alla popolazione non vaccinata di continuare a svolgere il proprio lavoro e di utilizzare i mezzi di trasporto, senza discriminazioni».


Amnesty infine cita anche il diritto di manifestazione pacifica: seppur, a seguito della direttiva della ministra dell’Interno del novembre 2021 secondo l’organizzazione non risulti ad oggi esservi una effettiva compromissione dello stesso, Amnesty International Italia afferma che «continuerà a rivendicare il diritto a manifestare pacificamente forme di dissenso e a garantire il diritto di cronaca degli operatori e delle operatrici dell’informazione, denunciando ogni atto di aggressione o violenza ingiustificata nei loro confronti».

Sotto il comunicato in forma integrale.... Tempo di lettura stimato: 7'
https://www.amnesty.it/posizione-di-amnesty-international-italia-sulle-misure-adottate-dal-governo-per-combattere-il-covid-19/


La recente comparsa della variante Omicron è un chiaro promemoria di ciò che accade quando non riusciamo a mettere i diritti umani in primo piano in tutti gli sforzi per affrontare la pandemia. Amnesty International continua a ribadire la necessità che gli stati adempiano ai loro obblighi in materia di diritti umani al fine di promuovere una distribuzione equa e globale dei vaccini per contrastare l’emergere di varianti pericolose che continuano a mettere a rischio la vita di molti.


Nel settembre 2021 Amnesty International ha lanciato la campagna “100 Day Countdown: 2 miliardi di vaccini ora!” per chiedere agli stati e alle aziende farmaceutiche di garantire un accesso equo ai vaccini Covid-19 in modo che almeno il 40% delle persone nei paesi a basso e medio reddito potesse essere vaccinato entro la fine del 2021. Questo obiettivo non è stato raggiunto.


Fin dall’inizio della risposta alla pandemia, le sezioni nazionali di Amnesty International, insieme al Segretariato internazionale dell’organizzazione, hanno monitorato lo sviluppo e l’attuazione delle misure di salute pubblica adottate dai singoli stati.


Con riferimento al contesto italiano, Amnesty International Italia continua a sollecitare il governo ad ancorare i propri interventi ai principi di legalità, legittimità, necessità, proporzionalità e non discriminazione. Qualsiasi politica di salute pubblica, inoltre, deve essere basata sull’evidenza scientifica più aggiornata e verificabile, motivata da comprovate ragioni oggettive e accompagnata da metodi di comunicazione chiari e trasparenti.


Necessità, proporzionalità e temporalità


Lo stato di emergenza nazionale in vigore in Italia da quasi due anni e che è stato recentemente prorogato fino al 31 marzo 2022 dal decreto-legge 221/2021, non è previsto dalla Costituzione ma trova fondamento giuridico nel decreto legislativo 1/2018, in cui si prevede che il Consiglio dei ministri possa deliberare lo stato di emergenza di rilevanza nazionale al verificarsi di determinati eventi, in deroga a qualsiasi disposizione vigente. Amnesty International Italia sollecita il governo a riconsiderare attentamente se prorogare la misura oltre il 31 marzo 2022, in quanto tutte le misure di carattere emergenziale devono rispondere ai principi di necessità, temporaneità e proporzionalità. Inoltre, Amnesty International Italia sollecita le autorità italiane – in primis il governo, l’Aifa, l’Istituto superiore di sanità e la Protezione civile – a promuovere forme di comunicazione chiare e inclusive per garantire alla popolazione l’adozione di comportamenti responsabili per la tutela dell’incolumità collettiva e seguire le linee guida di salute pubblica. L’organizzazione per i diritti umani apprezza il costante monitoraggio sull’andamento dell’epidemia, come risulta, ad esempio, dall’ultimo aggiornamento nazionale pubblicato il 7 gennaio 2022 dall’Istituto Superiore di Sanità[1].


Accesso ai vaccini Covid-19 e vaccinazione obbligatoria


La campagna di Amnesty International per estendere la possibilità di accedere ai vaccini Covid-19 per tutte le persone, indipendentemente da chi siano e da dove vivano, è un modo importante per proteggere il diritto alla salute delle persone e garantire la protezione dal Covid-19. Avere accesso a informazioni accurate, tempestive e accessibili è anche una componente cruciale del diritto alla salute, in modo che gli individui possano prendere decisioni informate sulla propria salute. Mentre riconosce la legittima preoccupazione degli stati di aumentare i tassi di vaccinazione come parte di un’efficace risposta di salute pubblica al Covid-19, Amnesty International non sostiene i mandati di vaccinazione obbligatoria generalizzati ed esorta gli stati a considerare qualsiasi requisito di vaccinazione obbligatoria solo come ultima risorsa e se questi sono strettamente in linea con gli standard internazionali sui diritti umani.


Sebbene sostenga che gli stati debbano concentrarsi sull’aumento dell’adesione volontaria al vaccino, Amnesty International riconosce che ci sono alcune eccezioni limitate che possono permettere agli stati di imporre l’obbligo di vaccinazione, purché questi requisiti soddisfino i principi di legalità, legittimità, necessità, proporzionalità e non discriminazione. Questo significa che ci sono casi in cui l’obbligo di vaccinazione può essere giustificato, purché sia stabilito dalla legge, ritenuto necessario e proporzionato a uno scopo legittimo legato alla protezione della salute pubblica, e fornisca garanzie e meccanismi di monitoraggio per assicurare che questi requisiti non si traducano in violazioni dei diritti umani. Inoltre, tutti gli stati devono assicurarsi che qualsiasi proposta di obbligo di vaccinazione sia mirata, limitata nel tempo e adottata solo come ultima risorsa. Deve anche essere accompagnata da una logica basata sull’evidenza che spieghi perché l’obiettivo non possa essere raggiunto con misure meno restrittive.


Il Green Pass rafforzato


Per quanto riguarda il Green Pass rafforzato recentemente approvato, deve trattarsi di un dispositivo limitato nel tempo e il governo deve continuare a garantire che l’intera popolazione possa godere dei suoi diritti fondamentali, come il diritto all’istruzione, al lavoro e alle cure, con particolare attenzione ai pazienti non-Covid che hanno bisogno di interventi urgenti e non devono essere penalizzati.


In ogni caso, Amnesty International Italia chiede che siano previste misure alternative – come l’uso di dispositivi di protezione e di test Covid-19 – per permettere anche alla popolazione non vaccinata di continuare a svolgere il proprio lavoro e di utilizzare i mezzi di trasporto, senza discriminazioni.


Il diritto di manifestazione pacifica


Un altro diritto fondamentale che deve essere protetto è il diritto di manifestazione pacifica. Anche se ad oggi non ne risulta un’effettiva compressione a seguito della direttiva della ministra dell’Interno del novembre 2021[2], Amnesty International Italia continuerà a rivendicare il diritto a manifestare pacificamente forme di dissenso e a garantire il diritto di cronaca degli operatori e delle operatrici dell’informazione, denunciando ogni atto di aggressione o violenza ingiustificata nei loro confronti.


 


[1] https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/bollettino/Bollettino-sorveglianza-integrata-COVID-19_5-gennaio-2022.pdf


[2] Si veda la Direttiva n. 11001/110(32) recante indicazioni sullo svolgimento di manifestazioni di protesta contro le misure sanitarie anti-COVID-19




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